Ritrovarsi in Champions League a stagione iniziata senza aver mai allenato un club in carriera. La strana storia di Albert Celades, ultimo capitolo di un'incredibile estate valenciana: a Mestalla tifosi, dirigenza e società proseguono per strade completamente differenti e così, dopo scelte di mercato non condivise e un inizio di stagione poco convincente, il presidente del Valencia Lim ha esonerato Marcelino per dare la panchina proprio a Celades. Scelta che ovviamente non ha trovato tutti d'accordo, in particolare i calciatori molto affezionati all'allenatore che ha permesso loro di qualificarsi in Champions l'anno scorso, tra cui il capitano Parejo che si è espresso con toni tutt'altro che pacati verso la società.
"Sono sicuro che ti andrà bene ovunque andrai se ti lasceranno lavorare", il chiaro riferimento di protesta alle scelte dei piani alti. Ma attenzione, perché arriva un volto inesperto ma non uno sprovveduto. Anzi, Celades è un cultore del bel calcio cresciuto sotto gli insegnamenti della miglior scuola calcistica spagnola, quella di Johan Criujff al Barcellona. Lì, da calciatore, ha imparato l'essenza della nuova filosofia nazionale, ripresa seguendo a carriera terminata un suo ex compagno di squadra come Julen Lopetegui che ne è diventato il maestro.
Ama il calcio ragionato e il gioco palla a terra. I luoghi dei suoi esperimenti sono state le nazionali giovanili della Spagna, dove ha potuto contribuire alla crescita di tantissimi giovani che poi si è ritrovato nel suo ciclo con l'Under 21. Tantissimo il talento a sua disposizione, anche se alla storia passerà come l'unico allenatore a non aver vinto il titolo europeo U21 con la Rojita in questo decennio, viste le vittorie di Milla nel 2011, di Lopetegui nel 2013 e di De la Fuente quest'anno. Eppure Celades è stato fondamentale nella valorizzazione di talenti puri come Asensio, Ceballos e Saul, giocatori fondamentali durante la sua gestione che hanno trovato la propria consacrazione grazie allo splendido Europeo del 2017 chiuso al secondo posto dietro la Germania.
Dopo aver allenato tre nazionali giovanili differenti è tornato al fianco di Lopetegui al Real Madrid, ma l'avventurà è finita presto per via della Manita nel Clasico del Camp Nou di un anno fa. Oggi gli si presenta la prima grande sfida da capo allenatore in una prima squadra. "Non ho esperienza con i club ma non ho paura, il Valencia è un grande, è un toro, un gigante, lavoreremo nel miglior modo possibile. Ho sempre aspettato una sfida grande come questa" sono state le sue prime parole nel giorno della presentazione.
Dalle giovanili alla prima squadra, ora la palla passa a lui. Il valorizzatore di talenti chiamato alla sua prima grande esperienza da allenatore, con una Champions League da disputare e un calendario pieno di ricordi: dalle sfide da ex al Barcellona, al faccia a faccia con il suo amico-maestro Julen Lopetegui, fino a riaffrontare uno a uno i talenti che lui stesso ha visto crescere con le varie Under. Albert Celades, il catalano inesperto con il difficilisismo compito di riportare ordine nel caos di Valencia.