Guardare uno stadio all’orizzonte e sognare un po’. Immaginare tifosi, striscioni e bandiere biancorosse. La storia di Carel Eiting e l’Ajax inizia così, con lui bambino che dalla finestra di casa sua ammira l’Amsterdam Arena con gli occhi pieni di speranza e un pallone in mano. Qualche anno dopo diventerà la sua casa e lo sarà per tutta l’adolescenza. Fin quando arriverà il momento di diventare grandi. Lì tra infortuni e incomprensioni le strade si separeranno dopo oltre tredici anni. Ma ci torneremo. Oggi Eiting - centrocampista classe 1998, svincolato dopo l’ultima stagione all’Huddersfield - potrebbe ricominciare dalla Spal di Venturato. In passato era stato vicino alla Samp, questa sembrerebbe essere la volta buona per vederlo in Italia. L’obiettivo è ripartire da zero e mostrare finalmente il suo valore. Nuova vita.
Carel è cresciuto tra le giovanili dell’Ajax e la nazionale. Stessa mentalità e un blocco di ragazzi che vince e lascia mezza Europa a bocca aperta. De Ligt dietro, lui e Van De Beek in mezzo, con Abdelhak Nouri qualche metro più avanti. Ne sa qualcosa la Juventus, eliminata dalla squadra di Winter nella Youth League del 2017. A sbloccarla fu proprio lui con un sinistro a giro imparabile per Audero. Ma non solo. Carel con il suo mancino detta i tempi a centrocampo e fa girare la squadra, che gioca a meraviglia. Enfant prodige. “Gli allenatori avversari facevano vedere ai ragazzi i video delle nostre partite per insegnargli come muovere il pallone e buttarsi negli spazi”, racconterà uno dei primi allenatori di Eiting nelle giovanili. Eppure a guardarlo, a primo impatto, non lo diresti mai. Magrolino, sguardo timido e faccia da bravo ragazzo. Con gli occhi di chi dribbla le domande perché si imbarazza o magari diventa rosso. Poi gli metti un pallone tra i piedi e cambia tutto. Smette di essere Carel e diventa solo Eiting. Una cosa simile l’ha raccontata anche Francesco Totti nel suo documentario: nella vita di tutti i giorni era molto timido, ma in campo si trasformava. Scenario identico, geometria e classe al potere. Non ci fossero stati due gravi infortuni alle ginocchia probabilmente le sue qualità le avrebbe potute mettere in mostra più spesso. Ora l’Italia potrebbe essere per lui un’occasione di rilancio.
Sui social c’è una foto di lui da bambino che lo descrive alla perfezione. Maglia dell’Ajax, fascia da capitano al braccio e una scritta: “Non ho sogni, ho solo dei grandi obiettivi”. Il primo era esordire con i pro' nella squadra del suo cuore. Raggiunto in tutte le competizioni. Dalla Champions nel 2018/2019 - in cui gioca sempre titolare fino al crack al ginocchio - all’ Eredivisie vinta in quella stagione. La foto con la Coppa in mano l’ha postata più volte, anche il giorno del saluto al club della sua vita. “È un arrivederci, non sarà mai un addio. L’Ajax sarà sempre casa mia”. È stato il suo sogno fin da bambino e il desiderio è quello di tornarci prima o poi. Sarebbe la chiusura di un cerchio. Tutto dipenderà dai prossimi anni, in cui dovrà trovare minuti, spazio e continuità. Tutto quello che gli è mancato nelle ultime stagioni tra Huddersfield e Genk. La Spal aspetta alla finestra e spera di chiudere a breve.
Chi all’Ajax lo ha allenato e visto crescere lo racconta come “un ragazzo modello, un po’ sfortunato ma con le caratteristiche per arrivare in alto”. Tanto che nell’estate del 2019 era stato indicato come uno dei 50 talenti più promettenti d’Europa. Aveva fatto qualche partita tra campionato e Champions e tutti si aspettavano che quello sarebbe stato l’anno del grande salto. Le cose non andranno così, complici gli infortuni. Ora però sembra essere tutto alle spalle. Eiting ha riavvolto il nastro ed è pronto a ripartire, con la stessa determinazione che aveva da bambino. Quando con un pallone in mano, indicando lo stadio, prometteva a sua mamma: “un giorno giocherò li”. In casa gli rispondevano con un sorriso, invece Carel il sogno l’ha realizzato per davvero. Ora si volta pagina. Con un calcio alla sfortuna e ai problemi al ginocchio. L’album dei ricordi ha ancora spazio per tante altre fotografie. Magari a cominciare proprio dall’Italia, con un pallone tra i piedi e Ferrara sullo sfondo.