La favola Borzoli: unica squadra italiana ancora a punteggio pieno
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Data: 06/02/2020 -

La favola Borzoli: unica squadra italiana ancora a punteggio pieno

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Si avvicina la primavera con i suoi primi verdetti e una squadra, più di ogni altra, sta dimostrando di essere la più forte in Italia in questo momento. Juventus? Inter? Lazio? Forse il Benevento che sta dominando il campionato di Serie B? Niente di tutto questo: la squadra più forte d'Italia è il Borzoli. Sì, il Borzoli. Lo dicono i numeri. La piccola squadra di un quartiere alla periferia di Genova è infatti l'unica a essere ancora a punteggio pieno ai primi di febbraio. 18 vittorie su 18 partite nel Girone C del campionato di Prima Categoria ligure.
 
Un'impresa che vale il primato storico regionale e il momentaneo record nazionale. Un miracolo che nasce dalle ceneri di una stagione precedente disastrosa e basato su un progetto giovanissimo, come ha raccontato ai microfoni di Gianlucadimarzio.com la presidentessa Cinzia Bardelli: "L'idea di affidare la squadra al direttore sportivo Luca Fioretti (35 anni) e all'allenatore Enrico Valmati (27 anni) nasce dalla pancia: dopo una stagione pessima ho conosciuto questo gruppo di lavoro e mi hanno subito conquistata. Siamo ripartiti nel segno dell'entusiasmo, della voglia, della passione e della competenza e i risultati ci stanno dando ragione".
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Sì, perchè la favola Borzoli non può prescindere dalle storie di Fioretti e Valmati, DS e allenatore alle prime esperienze ma già con le idee ben chiare. E con ruoli ben definiti: l'uno gestisce i rapporti con l'esterno, l'altro concentra le energie solo sui suoi ragazzi. Un connubio che sta portando questa piccola realtà a numeri spaventosi. Tra analisi video delle partite e la cena pre gara del venerdì sera, dove tra una portata e l'altra nascono le idee per la domenica, il miracolo che sta abbattendo ogni record prende forma.
 
Una storia davvero particolare quella di Enrico Valmati, che a 27 anni decide di lasciare il calcio giocato per diventare l'allenatore più giovane del calcio ligure: "All'inizio sembrava un'utopia poterle vincere tutte, ma questo sogno nasce fin da agosto quando con il direttore abbiamo costruito la squadra. Un lavoro a 360°, sia in campo che fuori, per far andare tutte le cose nel modo giusto. La mia scelta di sedermi in panchina così giovane nasce da una grande passione per questo lavoro. Ho iniziato già a 18 anni guidando i bambini del settore giovanile e, dopo aver seguito i corsi della federazione, ho capito che non volevo più aspettare ma iniziare questo percorso fin da subito. Ho una grande ambizione e il mio desiderio sarebbe quello di allenare un giorno tra i professionisti".
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Vittorie su vittorie e i paragoni con le grandi del calcio mondiale che si sprecano: "Spesso ci dicono che assomigliamo al Liverpool di Klopp per intensità di gioco, sicuramente lui e Guardiola sono due modelli a cui mi ispiro e ai quali cerco di rubare qualcosa. In Serie A, anche se ora è fermo, l'allenatore che preferisco è Allegri (la sua era alla Juventus), per la sua capacità di arrivare sempre alla vittoria. In questo sport quello che conta è il risultato finale. Gestire un gruppo e guidarlo al successo sono due aspetti fondamentali".
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Una guida giovane ma già estremamente preparata e rispettata nello spogliatoio, come ci racconta il capitano del Borzoli, Daniele Ventura: "Non nego che a inizio stagione c'era chi non si immaginava un percorso simile, ma il segreto è stato credere fin da subito nei concetti del mister e i risultati hanno fatto il resto. Siamo tutti uniti e crediamo in idee nuove che portiamo avanti con voglia ed entusiasmo. L'allenatore è credibile e a noi sembra già uno con una lunga esperienza alle spalle".
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E come ogni grande squadra che si rispetti, ha il suo bomber indiscusso: Michele Colella, 28 gol in 18 partite. Una media di 1.5 a partita, ritmi che nel calcio professionistico sarebbero da Scarpa d'Oro: "Sono l'unico che segna più di Immobile (ride ndr). In realtà il mio idolo è Cristiano Ronaldo, sono cresciuto con le sue giocate e lo seguo sin dai tempi del Manchester United. I numeri che ha ottenuto in questi anni sono unici, anche se solo pensare di paragonarmi a lui mi sembra una cosa impossibile".
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Basta seguire un allenamento per capire che di dilettantistico in questa squadra c'è poco. Una gestione curata nei minimi dettagli, dallo staff tecnico che supporta il mister in ogni esercitazione all'organizzazione delle divise personalizzate per ogni calciatore, con tanto di iniziali. I dettagli fanno la differenza e a Borzoli sembrano averlo capito bene. Adesso che hanno imparato a sognare non vogliono più fermarsi. E una domanda già circola tra le quattro mura dello spogliatoio: "Ma se ne abbiamo vinte 18 su 18, perchè non vincerle tutte?". Il gruppo ci crede, la storia li aspetta per scriverne un'altra piccola ma incredibile pagina.


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