“Lui fa quello che vuole. Frère, non passargliela, gioca contro di noi”. Il virgolettato è ben noto, così come il suo autore: era Karim Benzema che, nell’intervallo dell’incontro con il Borussia Moenchengladbach della scorsa stagione, borbottava ai compagni francofoni di escludere un collega troppo anarchico. Non nominava mai Vinicius, eppure tutti, ma proprio tutti, hanno pensato che lo sfogo fosse destinato a lui: caotico, sconclusionato, tanto rimbambito dalla sua stessa velocità da sbagliare le cose più banali.
Premendo avanti veloce fino ad arrivare all’ultima partita (la vittoria per 4-1 contro il Valencia), quelle scene sono ormai incomprensibili. Vini e Benzema si abbracciano come i migliori frères dopo che il francese ha servito al brasiliano un altro assist, simbolo di un’alchimia ormai inscalfibile. Non si scambiano solo sorrisi, abbracci, sguardi complici: è ormai la quarta volta che Benzema gli regala un passaggio da gol in stagione (altro che “non passargliela”), favore ricambiato da Vini in tre occasioni.
I migliori d'Europa
Il campo parla da solo, la loro connessione genera gioco come poche altre in Europa. Ma forse parlano anche più forte e più chiaro i numeri: sommando i loro gol in Liga, la coppia Vinicius-Benzema è quella più prolifica dei migliori 10 campionati europei: le loro 29 reti le pareggiano solo Lewandowski e Gnabry. Il duo del Bayern li stacca soltanto se si considerano anche i gol europei, portandosi a 40 contro i 36 dei blancos, comunque secondi.
Leggi anche: Piccini e l’infortunio: “Non vivevo più, volevo smettere. All’Atalanta mi hanno affossato”
Caos ordinato
Mentre Benzema, inossidabile, è rimasto lo straordinario attaccante che è sempre stato, se questo tandem è diventato infallibile gran parte del merito è di Vinicius. Il socio brasiliano ha dato un ordine al suo caos e ha capito che saper fermarsi, anche per una saetta come lui, anche per istanti impercettibili, era la chiave per far fiorire il suo talento senza fine. Le sue scelte in campo sono migliorate sensibilmente ed è ormai ingestibile per qualunque avversario.
“Sapeva fare le cose difficili, ma sbagliava quelle facili. Ora è migliorato perché non fa più le cose di fretta, ha compreso che deve prendersi una pausa nei momenti importanti di ogni giocata”, ha spiegato Ancelotti ad AS, che sta magistralmente plasmando un futuro Pallone d’Oro dove tutti vedevano una causa persa. Gli imputavano di non saper segnare, Carletto gli ha insegnato a pensare. La cosa più difficile.
Intanto, Benzema continua ad estendere la sua leggenda. Sabato scorso, due gol li ha segnati Vini, due li ha fatti lui. Sono diventati 301 quelli con la maglia blanca, che gli permettono di sedersi al tavolo dei quattro tricentenari del Real Madrid: Cristiano Ronaldo (450), Raúl González (323) e Alfredo Di Stéfano (308). Manca ormai pochissimo perché raggiunga quest’ultimo, uno dei migliori nella storia del gioco. Chi l’avrebbe detto che in questa ascesa all’Olimpo l’avrebbe aiutato anche Vinicius, quello che, diceva, giocava contro di lui. Altri tempi, altro Vini.