È stato il trasferimento più discusso dell’ultima parte di mercato: l’addio di Ronaldo alla Juve ha monopolizzato per qualche giorno il dibattito calcistico, tra impatto sul campo e fuori.
Già, perché ormai il tifoso, si sa, deve essere anche un po’ commercialista. La domanda era una sola: la Juve incasserà quanto necessario o farà minusvalenza? Poi, il comunicato: lo United si assicura le prestazioni di Cristiano Ronaldo per 15 milioni più eventuali 8 di bonus, che comportano una minusvalenza di 14 milioni nel bilancio 2020/2021.
Non tutto, però, è come sembra: "Va spiegato innanzitutto che quella di Ronaldo è una minusvalenza potenziale, che molto probabilmente non si realizzerà”. Parola di Marco Bellinazzo, giornalista esperto di economia sportiva, che ai microfoni di gianlucadimarzio.com ha commentato l’operazione Ronaldo e gli effetti sul bilancio della Juventus.
Numeri da interpretare, dunque: "Leggendo il comunicato si evince che il Manchester dovrà corrispondere 15 milioni di euro più altri 8 di bonus, che dovrebbero essere facilmente conseguibili. Per cui la minusvalenza effettiva dovrebbe essere molto più bassa rispetto ai 14 milioni del comunicato” spiega Bellinazzo.
BELLINAZZO: "BENEFICIO PRINCIPALE È PERDERE L'INGAGGIO"
Prima di tutto, però, è necessario sapere come viene determinata la minusvalenza per capire quale sarà l’impatto effettivo dell’addio di Ronaldo, per il presente e per il futuro. “La minusvalenza si determina per il fatto che l’ammortamento dell’acquisto del giocatore sui 4 anni comportava un valore a bilancio per la Juve di 29 milioni, considerando il cartellino più gli oneri accessori pagati ai procuratori”.
“Con la parte fissa di 15 milioni la Juve registra certamente una minusvalenza di 14 milioni - prosegue Bellinazzo - poi, però, dovrebbe esserci l’incasso di questi bonus che porterebbero la minusvalenza a 5/6 milioni. A conti fatti, sarà molto più bassa dei 14 milioni, ma essendo i bonus al momento solo potenziali va iscritta in quel modo”.
Un sacrificio, dunque, potenzialmente meno impattante di quanto previsto. E intanto il futuro ringrazia: “Sicuramente il beneficio principale dell’operazione Ronaldo è legato al fatto che la Juve aveva un ingaggio pesantissimo di circa 31 milioni netti, oltre alla parte legata all’ammortamento del cartellino. Ciò significava per la Juve avere un costo molto vicino a 60 milioni, perché Ronaldo è arrivato l’anno precedente al Decreto Crescita e dunque non è stato possibile beneficiarne: la Juve pagava imposte piene e non dimezzate al 50%. È evidente quindi che sulla massa salariale si libera uno spazio importante”.
"RONALDO SFORZO PER ACCELERARE LO SVILUPPO, LA PANDEMIA HA AGGRAVATO LE PRESSIONI SUL BILANCIO"
Ma come si è trovata la Juve in questa situazione? L’operazione Ronaldo era stata pensata per accelerare il processo di sviluppo: benefici, dunque, ma anche costi, aggravati poi dalla pandemia. “La Juve con l’operazione Ronaldo fa l’investimento più importante della storia del calcio italiano, se non in termini di cartellino sicuramente relativamente all’ingaggio, perché nessuno giocatore in Italia aveva mai guadagnato e mai guadagnerà 30 milioni netti. Lo ha fatto in un’ottica di sviluppo, di accelerazione del processo di crescita e internazionalizzazione, ma questo ha comportato un forte impatto sui conti, dovuto a Ronaldo ma anche agli ingaggi di altri giocatori che servivano a potenziare la rosa”.
Sì, perché Ronaldo era l'ingaggio più pesante, ma non l'unico: “Pensiamo a 3 cosiddetti parametri zero come Emre Can, Ramsey e Rabiot: in un anno la Juve era andata incontro ad quasi 50 milioni di costi per gli ingaggi lordi, più le commissioni pagate agli agenti, perché quando acquisti a parametro zero il risparmio sul cartellino poi viene in parte trasformato in commissioni e in ingaggi più alti. Tutto questo sforzo ha determinato una situazione di pressione sui conti, perché quando fai investimenti di questo tipo i costi sono immediati, mentre i ritorni in termini di ricavi necessitano di un certo periodo per manifestarsi”.
Insomma, la Juventus adesso entra in una nuova era. E potrà ragionare su operazioni diverse, non essendo più vincolata così pesantemente alle plusvalenze: “Nel caso specifico dell’operazione Ronaldo, la Juve si è trovata un anno e mezzo dopo l’investimento a dover affrontare la pandemia, e quindi una contrazione dei ricavi che ha pesato maggiormente sulla Juve come sull’Inter, le squadre che incassano di più dagli stadi. Questo ha comportato delle pressioni sul fronte del bilancio. In questi anni dunque si è andati avanti operando soprattutto con le plusvalenze e con scambi, con introiti sulla carta e non cash. Probabilmente queste operazioni si continueranno a fare se ci sarà l’opportunità – ha proseguito Bellinazzo - ma con meno necessità, anche in funzione del fatto che la proprietà ha approvato un aumento di capitale di 400 milioni che dovrebbe mettere al riparo da ulteriori problematiche finanziarie e di liquidità”.
E proprio l’aumento di capitale si inserisce in questo quadro di sostenimento del club in un momento di forte crisi: “La Juve nel 2020 ha perso 100 milioni di euro. Al 30 giugno 2021 la perdita sicuramente non sarà inferiore. Questo ha determinato sia delle problematiche di liquidità, di mancanza di cassa, sia problematiche di contrazione del patrimonio del club, dovendo far fronte a più di 200 milioni di perdite - le cifre esatte saranno note a bilancio approvato”.
”La società quindi – spiega Bellinazzo - ha dovuto fare una scelta: o ricorrere al mercato finanziario chiedendo prestiti ulteriori o rivolgersi alla proprietà. In questo caso la Juve ha la fortuna di avere alle spalle la EXOR che ha varato questo aumento di capitale, addirittura anticipando una quota di 75 milioni per permettere di superare tutti gli effetti negativi dell’affare Ronaldo”.
"PRESTITI SOLUZIONE PER RIMANDARE I COSTI, LA DILAZIONE NON INFLUISCE SUL BILANCIO"
Sul presente, però, gli effetti sono ancora presenti: il mercato si è chiuso senza botti, e gli unici ingressi sono stati Kaio Jorge, Locatelli e Kean. I due italiani sono arrivati entrambi con la formula del prestito biennale con obbligo di riscatto, che consente di rimandare il grosso del pagamento al 2023. “Il vantaggio del club con queste formule è che non iscrive a bilancio il costo di cartellino di quel giocatore, che resta di proprietà del club che lo ha prestato. La Juve quindi non si sobbarca nell’immediato l’onere di dover ammortizzare il costo di quel cartellino, rinvia di due anni questo ulteriore costo, avendo dunque come costo immediato solo quello del prestito a cui si aggiunge chiaramente l’ingaggio del giocatore”.
“Nel caso del prestito di Kean – continua Bellinazzo - se fosse stato fatto subito l’acquisto a 28 milioni più i soldi del prestito (che si presume siano una sorta di anticipo rispetto al prezzo finale) oltre all’ingaggio avrebbe dovuto anche iscrivere un ammortamento. È una formula che consente all’acquirente di andare a spalmare l’impatto economico e rinviarlo addirittura di due anni. Nel 2023, quando scatta l’obbligo, la Juve acquisterà formalmente il giocatore a 28 milioni, dunque oltre all’ingaggio dovrà anche mettere a bilancio il costo dell’ammortamento: il cartellino risulterà 28 milioni, ammortizzato poi sulla base degli anni di contratto”.
Non ha invece influenza sul bilancio la dilazione del pagamento, che per quanto riguarda la cessione di Ronaldo sarà diviso su 5 esercizi, 3 invece nel caso dell'acquisto di Moise Kean. “Il pagamento dilazionato non ha effetto sul bilancio, è una questione che riguarda esclusivamente la cassa. È semplicemente un accordo tra i club: il costo a bilancio vale dal momento in cui tu hai fatto l’acquisto indipendentemente dal momento del pagamento delle varie rate”.