“Io sto bene, mi sto allenando molto e aspetto un’occasione”. Quando lo chiami Antonino Barillà mette subito le cose in chiaro, dritto al punto. Lo senti dalla voce, ferma, decisa e che ti trasmette la grande voglia di rimettersi in gioco. Già, perché dopo un infortunio subito in estate, Barillà ha rescisso il suo contratto con il Monza dopo un anno e mezzo, tante soddisfazioni e una promozione sfumata ai playoff. Ma nessun rimpianto, solo gratitudine. “È stato un onore. Quando ti chiama Galliani non puoi fare altro che accettare subito. È una persona fantastica”. Oggi Antonino è in cerca di un’opportunità, è pronto e non vede l’ora di ripartire.
Lo scorso anno Barillà ha avuto un ruolo centrale nel centrocampo del Monza: 27 presenze, tanta legna e la solita sostanza. “Sempre lì, li nel mezzo”, direbbe Ligabue. Prima ancora, lo stesso ruolo, lo aveva avuto a Parma, sia con Iachini che con D’Aversa. “È stata la mia seconda casa, una piazza stupenda che mi ha regalato grandi emozioni. Eravamo un bel gruppo, unito, coeso e con il giusto mix di giovani e giocatori esperti. I meriti sono tutti del Ds Faggiano”. E poi tanti campioni, uno su tutti Gervinho: “Si vedeva che era più forte degli altri, poi era uno spasso anche fuori dal campo”. Uomo spogliatoio. “In allenamento scherzava, ci diceva di correre e lavorare bene che la domenica doveva segnare lui”. E Antonino correva, eccome se correva.
Poi arriva la chiamata di Galliani, che nell’estate del 2020, stava dando a Brocchi una squadra costruita per salire in Serie A. Esperienza, qualità e colpi da sogno. Per la prima voce il nome di Barillà è quello giusto. “Ti va di venire a Monza e lottare per la promozione?”. “Si, arrivo”. Subito, senza neanche pensarci. Pronto a mettersi in gioco e a conquistarsi la Serie A. Allora come oggi. Con lui a Monza arriva anche Balotelli: “Un campione, mi creda. Sia dal punto di vista umano che dal punto di vista tecnico, nonostante tutto quello che si legge su di lui, io ho conosciuto un ragazzo stupendo”. E su di lui non ha dubbi: “Un giorno in spogliatoio ci disse che si sarebbe riconquistato la nazionale”. Promessa mantenuta, anche se con un anno di distanza e dopo tre anni di assenza. Ora è pronto a tornare con una gran voglia di poter dire ancora la sua. Un po’ come Barillà, anche se il contesto è un altro, l’ambizione è la stessa. Questione di testa, ma anche di obiettivi e idee chiare sul proprio futuro.
Bisogna poi fare un passo indietro. Un tuffo veloce nel passato. Quei due gol alla Juve e un pensiero che resterà per sempre. “Il primo in Serie A lo feci a Buffon con la Reggina. Non me lo scorderò mai”. Ricordi. Un flash di quelli che ti porti sempre con te, nonostante siano passati più di dieci anni. Dal passato si torna al presente. Che dice Calcio, famiglia e tanta voglia di dimostrare il suo valore. L’iter è chiaro, non resta che aspettare che il telefono squilli e che si apra una porta per una nuova avventura.