Ha destato un po' di sorpresa la designazione di Artur Soares Dias, arbitro portoghese di 44 anni, per la finale di Uefa Conference League tra Olympiacos e Fiorentina.
Eppure il match di Atene, la prima finale della sua carriera, è il premio meritato a un arbitro che ha lottato per decenni per raggiungere questi traguardi. Diventato internazionale nel 2010, a trent'anni, Soares Dias è figlio d'arte: anche il padre Manuel, scomparso nel 2009, era stato un direttore di gara.
Chi è Soares Dias, l'arbitro della finale di Conference League
"Ho lavorato 28 anni per raggiungere una finale importante. La prima persona che ho chiamato quando l'ho saputo? Mia madre". Così Soares Dias ha raccontato alla Uefa la sua emozione in vista della partita di questa sera. "Mio padre sarebbe molto orgoglioso di me", ha poi aggiunto.
Prima di oggi, la partita più importante della sua carriera era la semifinale di Champions dello scorso anno tra Real Madrid e Manchester City. Un match in cui mostrò empatia e non sbagliò sulle decisioni importanti, anche se sorvolò su qualche comportamento sopra le righe dal punto di vista disciplinare.
Soares Dias fu scelto come VAR ai Mondiali di Russia 2018, mentre diresse due partite della fase a gironi di Euro 2020. Farà parte anche della squadra che tra meno di un mese scenderà in campo in Germania.
Ricordo con piacere i giorni trascorsi con Soares Dias nel 2013 nelle finali della Uefa Regions Cup. Si vedeva che il portoghese avrebbe fatto strada, soprattutto grazie alla dote di captare tutti i segnali che vengono dai giocatori e non solo, e di usarli per rendere al massimo: un modo di agire che appartiene a un grande arbitro.