Tra il secco 5-0 della scorsa estate e il doppio 0-0 di questo autunno di acqua ne è passata. Da una semifinale di Europa League alla partita decisiva di un girone di Champions. Dai legni colpiti dai nerazzurri alle parate Anatoliy Trubin. Nella batosta dello scorso 17 agosto la porta dello Shakthar era difesa dal 36enne Pyatov, ora c’è questo ragazzino classe 2001. Passaggio di consegne e saracinesca chiusa. "È stato il migliore in campo sia all'andata che al ritorno", ha detto Antonio Conte nel post partita. Finalmente lo Shakhtar e la nazionale ucraina potrebbero aver trovato il futuro tra i pali.
E c'era il bisogno. Sì, perché addirittura nello scorso ottobre Andriy Shevchenko, CT della sua nazionale, era stato costretto a richiamare in porta un certo Oleksander Shovkovskiy. Che c’è di male? Ha smesso di giocare da tre anni, e adesso fa l’allenatore dei portieri in nazionale. Ma a causa del Covid, che aveva reso indisponibili tre portieri (uno di questi proprio Pyatov), Shovkovskiy aveva dovuto rimettere i guantoni in mano in via del tutto eccezionale (QUI la storia). Si era seduto in panchina, pronto a sostituire il titolare Bushchan, nel caso la sfortuna avesse deciso di far fuori anche lui. Situazione grottesca. Ah, c’è di peggio: Bushchan ne ha prese 7 dalla Francia. Sette. Se è vero che i transalpini sono una macchina da gol, lo è altresì il fatto che, in porta, l’Ucraina avesse decisamente bisogno di una svolta.
GLI INIZI
Ma adesso c’è Trubin. Nato proprio a Doneskt, 19 anni fa. È entrato a far parte del settore giovanile del club arancionero dal 2014. Nel febbraio 2019 la prima convocazione in prima squadra: è l’andata dei sedicesimi di finale di Europa League, contro l’Eintracht. Pyatov ne prende due, al ritorno quattro, due dei quali per colpa sua. Trubin osserva e si scalda i guantoni. Lo lancerà poi Paulo Fonseca, nelle fasi finali del campionato ucraino dello stesso anno. Nella partita contro il Mariupol, vinta dallo Shakhtar per 4-0, interviene solo quando serve: una volta sola, deviando in corner un insidiosissimo tiro di un giocatore avversario. Un anno dopo un nuovo capolino tra i professionisti: non c’è più Fonseca ma Luìs Castro. Lo Shakhtar vince ancora (contro il Desna Chernigiv), Trubin non subisce reti e anche in quell’occasione interviene al pressoché unico pericolo avversario, con un intervento in tuffo ad allontanare i pericoli. Si dice che i grandi portieri si vedano non quando parano di tutto dall’inizio alla fine, ma quando vengono chiamati in causa una volta sola. E si rendono decisivi.
PRESENTE E FUTURO
Adesso Trubin ha 19 anni. È appena maggiorenne ma ha già tolto il posto a Pyatov. L’anno scorso è stato votato come miglior giocatore ucraino della categoria U19. Quest’anno è il titolare dello Shakhtar, sia in campionato che in Champions League. L’Inter ne sa qualcosa. Sperava di ritrovare Pyatov ma in porta c’era Trubin, e la musica è cambiata: sia all’andata che al ritorno il ragazzo è stato decisivo. Tanti gli errori dei nerazzurri, ma quando è stato chiamato in causa lui ha risposto egregiamente. Lo paragonano già a De Gea, per stile e statura. Avrà ancora tanto da crescere, e da sbagliare, per migliorarsi ancora e avvicinarsi alla perfezione. Le premesse, per ora, ci sono tutte. L’Ucraina potrebbe finalmente aver trovato il portiere del futuro. Shovkovskiy può tirare un sospiro di sollievo: la sua “pensione” è al sicuro.