L'Assemblea Generale dell'AIA ha eletto il nuovo presidente Antonio Zappi. L’ex arbitro prenderà il posto di Carlo Pacifici, che è stato alla guida da aprile 2023 fino a oggi.
Zappi ha avuto la meglio su Trentalange, già presidente da febbraio 2021 a dicembre 2022, prima delle dimissioni.
Le parole di Zappi
Al termine dell'Assemblea il nuovo presidente dell'AIA ha detto: “Sarò il presidente di tutti, anche di chi non mi ha votato ma sicuramente l’Associazione ha dato un segnale forte. Un’AIA autonoma significa la possibilità di avere dotazioni finanziare da impiegare con la nostra capacità organizzativa".
"Orsato? Qualche giorno fa ho detto che Daniele è a disposizione dell’AIA, è uno dei 33 mila associati e avrebbe anche i requisiti giusti - ha continuato -. A dirla tutto però non sono mai stato particolarmente favorevole ai calciatori che uscendo dal terreno di gioco diventano immediatamente allenatori.
Su Rocchi: "Non ha bisogno del nuovo presidente dell’AIA per vedere confermata la sua qualità sia da arbitro che da dirigente. Di sicuro in questo momento sta affrontando un necessario ricambio generazionale, sta lavorando e credo che a breve tutti i prospetti e tutte le nuove risorse dell’Associazione che si stanno affermando riprodurranno ben presto tutti i successi di eccellenza internazionale che quest’Associazione ha garantito nel corso degli anni".
"La vicenda del Lazio è emblematica - ha aggiunto -, la violenza è in grado di fermare il mondo del calcio. Occorre una risposta durissima, il ministro Abodi ha assicurato un forte impegno e sarà una delle prime interlocuzioni che avrò per affrontare questo preoccupante e devastante fenomeno. L’ordinamento sportivo ha fatto moltissimo e dovrà fare ancora di più, investiremo ancora in strumenti culturali e formativi, cercheremo di aprire canali di comunicazione con tutto il mondo delle istituzioni. È arrivato il momento di una risposta dura e fortemente repressiva verso chi non merita di stare sui campi di calcio".
Sul VAR a chiamata: "Sono particolarmente favorevole, deve sempre prevalere una giustizia sostanziale sulle decisioni del campo. La cosa peggiore che mi trovo ad affrontare come sportivo prima ancora che come addetto ai lavori è vedere non affrontata adeguatamente una questione tecnica per ragioni protocollari che può prestare il fianco a dei retropensieri".