Da Frank Lampard a Gian Piero Gasperini. Due allenatori che hanno in comune la capacità di far esordire i giovani tra i grandi, puntare su di loro e migliorarli fino trasformarli in punti di riferimento per la prima squadra. Ora l’ex Chelsea e il tecnico dell’Atalanta potrebbero essere collegati da un altro sottile filo rosso, questa volta rappresentato da un calciatore: Tammy Abraham. È lui, il numero 9 dei Blues, il nome scelto dall’Atalanta per sostituire Duvan Zapata, il quale dovrebbe trasferirsi all’Inter, completando così quel domino originato dall’improvvisa partenza di Romelu Lukaku in direzione Chelsea.
Cresciuto a Camberwell, nel sud della capitale inglese, lì dove sono nati anche Reiss Nelson (ora all’Arsenal) e Jadon Sancho (cresciuto nelle giovanili del Manchester City e passato allo United). Entrato nell’Academy del Chelsea all’età di 7 anni, Abraham faceva parte della squadra Under 18 che vinse due Coppe Giovanili Fa e due Youth League, il cui vice allenatore era Jody Morris, poi assistente di Lampard. 74 gol in 98 presenze nelle giovanili dei Blues, ma il suo vero segreto l’ha sempre custodito tra le mura della sua casa di Camberwell. È lì che è cresciuto, prendendo a calci il pallone nel giardino di casa. È lì che ha confidato di tornare per qualche tiro addosso al muro, per sentire ancora viva l’emozione del calcio che gli scorre nelle vene fin da bambino con suo fratellino Timmy, oggi ventenne e attaccante del Newport County: "Adoro farlo, quando sono da solo o con mio fratello, è un modo per poter continuare a migliorare".
Studente modello e lo sgarbo a Lampard
In quella casa dove Lee Johnson, l’allenatore del Bristol lo convinse a lasciare Londra per la prima volta per fare esperienza altrove. Lui che da lì aveva provato i sacrifici di viaggi interminabili per raggiungere quotidianamente Cobham, distante più di un’ora. Una crescita comunque atipica. Lui che fino all’età di 16 anni ha sempre scelto la scuola, al contrario dei suoi compagni di squadra iscritti al programma a tempo pieno. Studente modello alla Plimco Academy di Westminister, poi il calcio ma solo due volte a settimana, più la partita del weekend: “Anche se non giocavo a calcio tanto quanto gli altri ragazzi, penso sia stato meglio per me avere quell’equilibrio. Mi è piaciuto ogni minuto di essere a scuola. Stavo facendo il mio lavoro, ma continuavo a giocare a calcio. Sapevo che dovevo ottenere buoni voti in modo da potermi concentrare sul calcio”.
È proprio da Bristol che parte la sua scalata. A 20 anni chiude la sua prima vera stagione da professionista con 23 goal in 41 partite di Championship. Numeri che gli valgono la chiamata dello Swansea, che decide di puntare su di lui e di affidargli le chiavi dell’attacco. L’esperienza è al di sotto delle aspettative e la squadra gallese deve dire addio alla Premier League, con il Chelsea che lo gira in prestito di nuovo nel secondo campionato inglese, questa volta all’Aston Villa. Con la maglia dei Villains un’altra annata da incorniciare, con 26 goal in 40 partite e uno sgarbo al Derby County di Frank Lampard, il cui destino incrocerà a breve, battuto nella finale playoff valevole per la promozione in Premier League.
Dall'errore ai rigori all'ascesa
Di nuovo un rientro alla base, ma questa volta per rimanerci. Perché proprio Lampard diventa il nuovo tecnico dei Blues nell’estate del 2019 e inizia, nelle intenzioni della società, una nuova era. Con l’ex bandiera del Chelsea i giovani iniziano ad avere più spazio, a partire da Mount e Tomori, già avuti nella stagione precedente al Derby County, fino allo stesso Abraham, che sceglie la maglia numero 9 e si prende la titolarità. L’avventura non comincia bene, con il rigore decisivo sbagliato nella Supercoppa Europea contro il Liverpool. Un errore grave e pesante, al quale seguono anche degli insulti razzisti, che Lampard para tenendo il suo giovane al sicuro e continuando a dargli fiducia, perché consapevole di avere in rosa un talento forgiato nell’Academy.
Abraham, infatti, si riprende in Premier League, dove è protagonista di un avvio folgorante e di un’ottima stagione, che gli vale la titolarità anche in quella successiva. A gennaio 2021, però, il cambio di guida, l’addio di Lampard e l’arrivo di Tuchel, che lo relegano a terza scelta dietro a Werner e Giroud. Ora Bergamo potrebbe essere l’occasione giusta per ripartire. Il suo curriculum, a 23 anni, parla per lui e l’Atalanta sarebbe la società perfetta per le sue caratteristiche e ambizioni. Sostituire Zapata, in campo e nei cuori dei tifosi, non sarebbe un’impresa semplice, ma Abraham ha le doti fisiche e umane per riuscirci.