A new beginning, dopo aver maturato 36 anni di esperienza. Un calcio al passato, anzi un calcione – questa volta lecito – a quel gesto sconsiderato (nel pregara di Vitoria Guimaraes-Marsiglia) che stava per macchiare una carriera piena di successi. A new beginning, per chiedere nuovamente scusa per quell’unica volta in cui l’irrazionalità ha vinto la ragione. In una vita, quella di Patrice Evra, costantemente al servizio del prossimo. Fatta di pasti donati ai senzatetto per le vie di Marsiglia e un calcione – ancora più lecito – al razzismo. “Nella mia carriera mi hanno lanciato banane, ululato dietro, ma non me la sono mai presa. È l’ignoranza di chi ha paura della differenza”. Paladino di un calcio senza colori né barriere e che si nutre di sentimenti e rispetto. #Lovethisgame, per dirlo in quel modo tutto suo che ribadisce ad ogni post.
Patrice Evra ricomincia dal West Ham, tornando in Premier League dove è diventato grande. “Uno dei terzini più forti di sempre”, come dichiarò senza alcuna esagerazione, Sir Alex Ferguson. In numeri? 273 presenze in campionato, che arrivano a 379 totali con la maglia del Manchester United. Quasi 10 anni passati correndo avanti ed indietro per la fascia, alzando trofei su trofei: un Mondiale per Club, una Champions League, cinque Premier e non solo. A new beginning, dopo aver sfiorato gli spagnoli del Betis e i turchi del Fenerbahce e del Galatasaray. Troppo forte, il fascino della corona. Visite mediche superate, firma messa su un contratto che lo terrà in Inghilterra almeno fino a giugno. L'annuncio è arrivato nel primo pomeriggio, quattro anni dopo l'ultima apparizione con i Red Devils comincia un'altra avventura.
A new beginning, lontano dal primo vero grazie inizio. Quando a Les Ulis, sobborgo di Parigi, il pallone diventò la miglior risposta alla malavita. Giocando “nei parcheggi, tra le macchine, dove impari a reagire se ti fanno male e a non piangere”, insieme anche a Thierry Henry, di poco più grande e con la stessa passione: il calcio. Vissuto da protagonista in ben 3 nazioni: dalla Francia all’Inghilterra, passando anche per l’Italia. Alla Juventus se lo ricordano anche (e soprattutto) per quegli ultimi mesi vissuti da protagonista sia sul campo che sui social network, con Instagram a farsi portatore dei suoi messaggi. Una star capace di divertirsi e far divertire, ma anche pensare e riflettere. Dalle foto in meditazione a quelle per caricare i suoi ex compagni bianconeri prima della finale di Champions League, dalle istantanee vestito da Babbo Natale a quelle con il costume da panda. Un modo originale e tutto suo per dire ‘no’ alla discriminazione, per rispettare quelle differenze che poi sono solo uguaglianze: “Chi sono? Un essere umano. Non un africano o un francese, non un bianco o un nero e nemmeno un giallo”.
Oggi, 36 anni e una nuova, grande esperienza con la maglia del West Ham. La prima promessa? Già fatta durante la presentazione del Marsiglia: “Non sono qui per vendere maglie”. Stessa fame di sempre, stessa voglia di ricominciare a correre. Perché la stanchezza nella vita di Patrice Evra non esiste nemmeno come parola sul vocabolario. “Riposare? Non mi fa impazzire nemmeno fare il turnover. A me piace sempre giocare, lo dicevo anche a Ferguson che mi riposerò quando finirà la mia carriera”. Ci sarà tempo per dire basta, ci sarà tempo per riprendere fiato. Ad oggi la risposta alla domanda “Patrice, come ti senti?” è la stessa data per mesi a Massimiliano Allegri: "Mi sento bene, mister". Bene per riprendersi la Premier League, bene per dare un calcione al passato, bene per onorare il West Ham. Che oggi gli regalato un bellissimo new beginning, riaprendogli le porte di quel gioco che tanto ha amato. E sì, ama ancora.