Dagli esordi con il Manchester United stellare di Sir Alex Ferguson, ai passaggi a vuoto all’estero fra cui anche quello italiano nella Lazio, fino al ritrovarsi svincolato a 28 anni. La storia di Ravel Morrison è una di quelle da film, dalle scarpe rubate ai compagni per raccogliere qualche soldo per la sua famiglia alla lettera di ringraziamento a Ferguson per averlo fatto esordire. Morrison si è raccontato nel podcast Vibe with Five, organizzato dall’ex capitano dei Red Devils Rio Ferdinand.
Il fantasista inglese naturalizzato giamaicano, che secondo Rooney aveva ben poco da invidiare a Pogba, sa che non ha mai rispettato le aspettative poste su di lui: “Tornando indietro cambierei il 90 percento della mia vita, ma bisogna guardare avanti. Non si può pensare troppo al passato”.
Nel 2012 i problemi fuori dal campo hanno infatti costretto il Manchester United a cederlo, ma i tempi con quella squadra storica restano un ricordo importante: “Non credevo di poter arrivare a giocare in quella squadra che vinceva trofei ogni anno”. Un salto, che per chi galleggiava nella povertà come Morrison, risultò insidioso: “A te (Ferdinand, ndr) e a Rooney arrivavano venti o trenta scarpe alla volta. Io ero giovane e non avevo ancora lo stipendio da giocatore della prima squadra. Così pensavo che rubandovi due paia di scarpe avrei fatto qualche soldo per poter dare da mangiare alla mia famiglia e a voi non sarebbe cambiato nulla”.
Ferdinand rimase stupito da quel ragazzo che provocava i compagni di squadra dello United dicendo che il suo sogno era giocare nell’Arsenal: “Dicevo agli altri che presto sarei andato a giocare nell’Arsenal. Quello United era una squadra di superstar, ma per il mio stile di gioco, l’Arsenal sarebbe stato perfetto per me. Volevo giocare insieme a Thierry Henry”.
Morrison, reduce da sei mesi deludenti in Olanda, ora vede un ritorno in Inghilterra nel caso arrivasse la possibilità giusta: “Ho parlato con alcuni club della Championship e abbiamo avuto dei contatti molto positivi, vorrei stare in Inghilterra per rimanere vicino ai miei fratelli e a mia mamma”.