Tutti a casa, necessariamente. Da Torino a Palermo, passando per Roma. Nella Capitale è rimasto anche Pau Lopez, portiere giallorosso, che sulle pagine de La Gazzetta dello Sport ha raccontato le sue giornate in quarantena.
“Sono momenti difficili per tutti – esordisce l’estremo difensore della Roma. Sono chiuso in casa con la mia famiglia, cerco qualcosa da far fare ai miei bambini in modo tale che siano contenti e che si divertano. Per loro il fatto di non uscire di casa è molto difficile da comprendere, ma è quello che dobbiamo fare adesso”.
Una stagione quella dello spagnolo, segnata da un errore nel derby: "Non ci ho mai più pensato perché per me è stato un errore come qualsiasi altro. Lo so che per la gente il derby è una partita diversa, ma per quello che mi riguarda non fa differenza commettere un errore contro la Lazio, contro la Spal, contro l’Inter o contro la Juve. Devo evitare sbagli del genere, ma niente di più“.
Un’eredità pesante da raccogliere per Pau Lopez, arrivato a Roma per sostituire Alisson, indicato da molti come il portiere più forte al mondo. “Se ne parlava già al mio arrivo, ma io ho sempre pensato che Pau è Pau e Alisson è Alisson. Ci sono diversi portieri forti, ma i migliori al mondo per me sono Oblak e Ter Stegen”.
L’obiettivo Champions League è ancora alla portata per i ragazzi di Fonseca, che alla ripresa dovranno cercare di trovare la giusta continuità. “Quando riprenderà il campionato mancheranno 12 partite. Dipenderà solo da noi poter arrivare a raggiungere il nostro obiettivo”, conclude il portiere della Roma.
L’intervista completa sulle pagine de La Gazzetta dello Sport