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Ibra: “L’età? E’ una questione di testa. Milan, cominciamo bene il 2021”

Dal periodo incredibile del Milan, alla sofferenza complessiva e personale che ha patito per il Covid, per poi parlare del rapporto con i compagni di squadra e con i figli distanti: Zlatan Ibrahimovic si è raccontato in un'intervista al Corriere della Sera. Partendo dalle sue sensazioni in questo Milan ritrovato dal suo arrivo, lo svedese ha spiegato: “Qui mi sento a casa, le giornate sono piacevoli, tutti mi vogliono bene, qui funziona tutto. Mi trattano come un comandante”.

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Il fastidio al polpaccio lo ha fermato proprio quando stava per tornare in campo a tempo di record dopo l’infortunio di Napoli ma, anche dalla tribuna, non smette di incitare il futuro prossimo dei suoi compagni:Dobbiamo cominciare bene il 2021, andare avanti una partita alla volta, come fosse allo stesso tempo la prima e l’ultima della vita. Bisogna sempre avere più fame”. 

IL COVID-19 E L'ISOLAMENTO

La situazione di classifica sorride al Milan, tornato nella posizione di vetta che non sognava nemmeno da diverse stagioni. Ha tenuto botta nonostante la prima assenza importante di Zlatan, quella di inizio campionato dovuta al virus: “Avevo mal di testa, non fortissimo, ma fastidioso. Ero incazzato, non potevo uscire né allenarmi bene. A un certo punto parlavo con la casa e davo i nomi ai muri. Diventa un fatto mentale, ti immagini tutti i mali addosso”.

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La forza per superare il momento difficile è arrivata dai tanti messaggi di supporto dei suoi ‘believers’ (non comuni followers secondo lo svedese, ma molto di più) e soprattutto dall’affetto della famiglia, anche se la lontananza pesa nella vita del campione: “Mi manca tantissimo, non ne posso più. Mia moglie e i miei figli vivono in Svezia e vanno a scuola là. Non posso neanche andare a trovarli. Sono la cosa più importante, in ogni decisione futura la mia famiglia verrà sempre prima di tutto”.

Ad aiutarlo, è stata anche la necessità di tornare in fretta nel suo ruolo essenziale all’interno del Milan: “Pioli mi ha detto che ho 2 ragazzi là, ma anche 25 a Milanello che hanno bisogno di me”. Non poteva deluderli e così è stato. Tornando in tempo per decidere il derby con una doppietta fondamentale. 

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Lo svedese chiude dimostrando ancora una volta quanto la sua mentalità sia ancora competitiva e lui sia ben lontano dalla fine della sua carriera: “L’età esiste? No. E’ tutta e soltanto una questione di testa”.

L'intervista completa è sul Corriere della Sera oggi in edicola