I palleggi con Conti, i dvd del Reading e la svolta di Muzzi: Luca Pellegrini, oro della Roma convocato in Serie A
Destro, sinistro, scambi veloci. Luca e Bruno Conti sul campo a palleggiare. Il primo è un bel talento della Tor Tre Teste. Trequartista, anche esterno alto. Trenta gol alle spalle e un provino con la Roma ancora da fare: “Tu, sei bravo”. Sentenzia Bruno. Luca è al settimo cielo. Normale dai. Poi entra in campo e…bastano un paio di dribbling per conquistare tutti. Oggi Luca è cresciuto e approda per la prima volta in Serie A, convocato da Spalletti per Roma-Bologna. Lui, un ’99 (!). Era anche a Vienna contro l’Austria, chiamato in extremis per l’infortunio di Fazio. Doveva andare in panchina, ma l’ex Siviglia ha recuperato, mandandolo in tribuna. Peccato, ma la bella esperienza resta tale. Storia da raccontare però, partita da un paio di scambi a bordocampo insieme a Bruno Conti. Pellegrini, oggi, è la stella della Primavera, un terzino sinistro di spinta come pochi, 5 presenze in campionato e la vittoria in Supercoppa contro l’Inter (da titolare). Il futuro della Roma, chiaro e semplice. Uno che già l’anno scorso giocava sotto età, già blindato grazie al suo agente Mino Raiola (contratto fino al 2018). Non uno qualunque. Studente di ragioneria, bravino in inglese e anche in spagnolo. Col sogno di giocare insieme all’amico Donnarumma. Magari con la “3” dell’idolo Maldini (anche se il modello resta Bale).
In principio fu il nuoto, vincendo qualche gara. Poi arrivò il pallone. Gli inizi col Cinecittà Bettini, la Tor Tre Teste con mister Mastropietro e infine il provino alla Roma. Era il 7 aprile quando venne preso, giorno del compleanno del papà (ex giocatore della primavera del Napoli). Scopritore? Bruno Conti, certo, ma anche Roberto Muzzi. Che gli rivela: “Ti farò diventare il miglior terzino d’Italia”. Lo vede esterno basso quindi, in quanto lo visiona durante un torneo in cui il ragazzo gioca dietro. Mancano tutti in difesa, lui passa terzino a causa del forfait di un suo compagno. Inconsapevole, forse, che quell’infortunio gli avrebbe svoltato la carriera. Muzzi, intuizione vincente. E tante vittorie nel corso degli anni: tornei in giro per l’Europa, la nazionale e tre scudetti (Giovanissimi e Allievi Nazionali con mister Coppitelli, poi la Primavera con De Rossi senior). Unico giocatore, insieme a Mirko Antonucci, ad aver vinto tre finali giovanili consecutive con la stessa maglia. Record.
E un grazie a Muzzi, di cui conserva ancora la foto sul comodino. Personalità e carattere le sue migliori qualità. Umiltà e rispetto poi, come gli hanno insegnato papà Mauro e mamma Monica. Piedi per terra con un occhio alla scuola, niente allenamento con un 5.5 in pagella. Patti chiari, amicizia lunga. Il mercato, però, inizia a correre veloce. Il primo club a farsi avanti è il Reading, gli inglesi arrivano col ds, tanti dati e alcuni video del ragazzo. Sapevano tutto. Poi si presentano altre squadre: AZ, Monaco, Man City, PSV e Liverpool. La Roma si cautela, fa capire al ragazzo che punta su di lui. Triennale e via, evitato un altro caso Scamacca. E pensare che Pellegrini poteva andar via già a 14 anni, Juve e Fiorentina avevano strizzato l’occhio, ma una stretta di mano con Bruno Conti bloccò tutto. Questione di occasioni: tutto iniziò con dei palleggi e un cambio di ruolo. Casuale, decisivo. Oggi la storia continua e pure bene. Stavolta sì, anche in Serie A.