Danese atipico, ama le piazze calde e segna ovunque: Monza, ecco Gytkjaer
Leggi Danimarca, dov'è nato, e pensi al freddo. Scorri e trovi Norvegia, dove ha segnato, e pensi ancora più freddo. Ma il nuovo acquisto del Monza, Christian Gytkjaer (si legge Ghiutkier), è un danese atipico. Estroverso, a volte troppo – basta guardare il profilo Instagram – sicuramente non allineato con il "social politically correct". E poi ama i climi caldi. Dentro e fuori dal campo.
“Mi piacerebbe giocare sotto al sole”, disse una volta. Una richiesta tanto strana alle nostre latitutidini, quanto legittima per chi ha giocato quasi tutta la carriera tra Danimarca, Norvegia e Polonia. Della Polonia però apprezza un altro tipo di caldo, quello che si vive sugli spalti. “Non ci sono regole che limitano il tifo – racconta l’attaccante del Lech Poznan -. Lo spettacolo è garantito. In Danimarca, invece, appena spari un botto c’è subito una multa”. Regole ci sono anche Monza, così come manca il sole e le spiagge. Ma c'è ambizione e voglia di crescere ancora. La stessa che Gytkjaer rincorre da tutta la carriera.
MONZA, ECCO GYTKJAER: CAPOCANNONIERE DEL CAMPIONATO POLACCO
Classe ’90 di Roskilde, Gytkjaer si consacra all’estero. In Norvegia, la sua seconda casa. Dopo le iniziali esperienze in Danimarca, divise tra Lyngby e Nordsjælland, nel 2012 va in prestito ai norvegesi dell'Sandnes. Lì l'esplosione, all'Haugesund l’ascesa.
45 gol in tre anni e mezzo e un grazie enorme al paese scandinavo: “Sto bene in Norvegia, qui mi sono fatto un nome – disse all'epoca -. Non riesco a vedermi in Danimarca in questo momento. Le stagioni al Nordsjælland non sono state positive. Mi hanno mandato in prestito, poi al mio ritorno non sapevo cosa sarebbe successo. Poi ancora in prestito. Preferirei avere pace e giocare in un club che crede in me e che possa darmi un po' di stabilità".
Nel 2015 anche Solskjaer si mette sulle sue tracce. L’attuale allenatore del Manchester United lo vuole portare al Molde. Lui, però, firma con il Rosenborg: “È il club più importante della Scandinavia”. Grazie Ole, alla prossima, magari in Premier. Ora Italia, dopo una breve esperienza in Germania, al Monaco 1860. Solo sei mesi, bagnati con due gol in Zweite Liga e l'amara retrocessione in 3. Liga.
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Nell'estate del 2017 l'approdo in Polonia al Lech Poznan. Pronti, via e il primo anno si conclude con 19 gol, due in meno di Piatek. Quest'anno è stato dominante. 34 partite, 24 gol e Scarpa d'Oro del Campionato polacco. “È un giocatore intelligente che riesce a realizzare gol facili perché si piazza bene – dice di lui Delaney, centrocampista del Borussia Dortmund -. È un attaccante vecchio stile che non si nota in tante fasi del gioco. Viene giudicato molto se segna gol. Se non lo fa, sembra non essere così importante”.
In patria (9 presenze e 5 reti con la Nazionale danese) si parla spesso di lui come attaccante titolare. O almeno come prima alternativa a Dolberg. I gol ci sono, mancava fino ad oggi l'appeal. Poca considerazione rispetto ad attaccanti meno prolifici ma più in vetrina. Su tutti, Cornelius (Parma) e Poulsen (Lipsia). All’età di 30 anni, si aprono per Gytkjaer le porte dell’Italia. A suon di gol, per il danese atipico pronto a sposare il progetto "Serie A" del Monza.