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Rovesciare le critiche a suon di gol: la lezione dell’acrobata Giroud

Ne sentiamo parlare poco spesso, ma Olivier Giroud sa essere sempre decisivo e cinico. Gol importanti e mai banali. Scorpioni, pallonetti e rovesciate. Da vedere e rivedere, come quella contro l’Atlético Madrid. È il suo sesto gol in Champions League quest’anno: una media di una rete ogni 38’. Pas mal. Una prodezza straordinaria, già candidata nella lista dei più bei gol di questa edizione. “Mi piace fare questi gesti”, ha detto a fine partita. E Tuchel sorride, grazie al suo bomber francese. Goleador criticato. Un ossimoro inspiegabile a cui il francese ha sempre risposto segnando, mai con polemiche. E continua a farlo. Bien joué, Olivier.


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In silenzio, lontano dai riflettori. Poche dichiarazioni e polemiche, tanto impegno e concretezza. Olivier Giroud nella sua carriera ha segnato tanti gol quante sono state le critiche a lui rivolte nel corso degli anni. Incomprensibili se si leggono i numeri: 105 reti con la maglia dell'Arsenal, 39 con quella attuale del Chelsea, 44 con la nazionale francese. Ma per alcuni questo non basta: In Francia c’è chi non gli dà tregua da quando Benzema non è più convocato. Il posto da titolare se lo è preso lui, e qualcuno non l’ha mai accettato.

Deschamps, invece, l’ha sempre coccolato e difeso. Da quando sulla panchina francese c’è l’ex allenatore della Juventus, Giroud è il giocatore più utilizzato di tutti: “E resterà con noi ancora per un po’ di tempo, ha detto qualche settimana fa il CT dei bleus. Quel che fa è tutto merito suo: è uno che non molla mai. Più viene criticato, più s’impegna e fa meglio”. In realtà, l’opinione pubblica lo tocca. Nel suo libro Toujours y croire (Crederci sempre), Giroud ha detto: “Non è facile ricevere certe critiche, soprattutto se a farle è il pubblico francese”. Pubblico molto esigente, a volte troppo. Sì, perché Olivier Giroud è a quota 44 gol in partite ufficiali con la maglia della Francia. A sole sette lunghezze da una leggenda come Thierry Henry, capocannoniere all time della nazionale. Numeri che dovrebbero suscitare tutto, meno che critiche. Ma tant’è.


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Per il nuovo arrivato Tuchel, in rosa c’è un elemento prezioso: “Giroud è uno dei migliori in area di rigore. Fisicamente è fortissimo, e agli allenamenti è sempre positivo: non sareste sorpresi se lo vedeste ogni giorno. È sempre in forma, si allena come se fosse un ragazzino di 24 anni. Un esempio per esperienza e comportamento: può essere fiero di sé stesso”. E in quanto a carattere, Giroud dimostra di essere forte, anche in questo aspetto: “Per me la forza mentale rappresenta il 70/80% delle competenze di uno sportivo. Senza quella non puoi avere successo. La vita è fatta di alti e bassi e nei periodi più delicati bisogna venir fuori il prima possibile. È quello che cerco di far capire ai miei figli”, ha scritto nel suo libro. Prendere le critiche e rovesciarle con acrobazie. Questo il suo esempio. 


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A novembre, quando in panchina c’era Lampard e trovava poco spazio, aveva detto di voler valutare una possibile partenza nel mercato di gennaio. Come gli suggeriva Deschamps, per arrivare pronto all’Europeo avrebbe dovuto giocare con più continuità. Adesso si è ripreso un posto importante in squadra: non titolare fisso, ma spesso coinvolto. Grazie anche a una forza mentale che gli permette di sorridere a chi ancora ha il coraggio di criticarlo. E gli sforzi lo ripagano: i minuti in campo aumentano. I gol pure. Adesso fa sognare i blues, mentre aspetta giugno per cantare con i bleus. Vocali invertite e un’unica costante: l’importanza di monsieur Olivier Giroud.