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Genoa, Lazovic 2.0: “I genoani non avevano ancora visto il vero Lazovic ma posso fare ancora di più”

Dalla Serbia al Genoa, buona la seconda. Sì perché la prima,
di stagione in Italia, non passerà negli annali per Darko Lazovic. Dai primi
calci al pallone fino al Genoa, il serbo si racconta al ‘Secolo XIX’: “I miei genitori
hanno lavorato per tanti anni in fabbrica a Cacak, la città in cui sono nato.
So cosa significhi lavorare e fare sacrifici, in Serbia la vita non è facile.
Ho avuto la possibilità di fare della mia passione il mio lavoro, il più bello
del mondo
– continua Lazovic – A sei anni, mio papà mi disse che chiesi di
andare a giocare nella scuola calcio del Borac Cacak, la squadra della mia
città. Avevo in testa solo il calcio, all’inizio era un gioco che poi è
diventato una professione. A 17 anni ero in prima squadra quando è arrivata la
Stella Rossa”
.

Quando i genitori si rivelano la vera arma in più: “I miei
genitori mi hanno sempre appoggiato, senza di loro non ce l’avrei fatta. Mio
papà mi ha seguito tanto, è appassionato di calcio. Ma anche mia mamma ha
cercato di aiutarmi sempre. Per quanto riguarda mio figlio invece deciderà lui
quando e se sarà il momento, ora ha solo 3 anni”
.

Darko Lazovic versione 2.0.
Le opache prestazioni dello scorso anno sono solamente un lontano ricordo: “In estate
avevo detto che i tifosi genoani non avevano ancora visto il vero Lazovic
. Ora
posso dire che l’hanno visto solo in parte, posso fare molto di più.
Va meglio,
gioco di più e con più continuità. Anche l’anno scorso mi sono impegnato tanto ma
era la prima stagione, dovevo adattarmi al nuovo modo di giocare. Ora gioco più
indietro, parto da distante e così ho più possibilità di sfruttare lo spazio
con la mia velocità per arrivare sul fondo a crossare”.

Da Gasp a Juric, qualcosa è cambiato: “Con
Gasperini non ho mai avuto problemi ma per me non è stata una stagione facile.
Con Juric ho parlato subito ad inizio stagione e mi ha detto prima che avrebbe
voluto vedermi ma poi mi ha dato subito fiducia ed ora gioco molto più che lo
scorso anno
.

Infine, chiusura sui talenti serbi, i ‘brasiliani d’Europa’: “I
serbi hanno grande talento e grande voglia di emergere. Per questo facciamo
così bene in tanti sport di squadra, come calcio, basket, pallanuoto,
pallavolo. Ma anche nel tennis abbiamo Djokovic, uno dei più forti della storia.
Della Lazio che affronteremo conosco bene Basta e Djordjevic, abbiamo giocato
insieme in Nazionale. Milinkovic Savic invece è nell’Under 21, come Ninkovic
che giocava nel Partizan. Passò direttamente dagli Allievi alla prima squadra, uno
dei migliori talenti del calcio serbo”.