Genoa, Burdisso: “Serie A? Per noi argentini non si discute: ci sentiamo a casa”
Sampdoria e Genoa in testa con sei punti dopo due giornate: la Genova calcistica è in vetta alla serie A. Chi reggerà il passo della Juventus? Per Nicolàs Burdisso l’exploit dei rossoblù non è frutto del caso, ma di una programmazione che dura ormai da anni:
“Sono convinto che siamo lì perché sul mercato abbiamo cambiato poco” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Possiamo mettere a frutto il lavoro degli ultimi anni, perché l’allenatore ha portato entusiasmo e carica agonistica. Questa partenza è solo bella. Dire che possa essere un pericolo è un pensiero mediocre. L’entusiasmo e l’ottimismo vanno usati in maniera positiva. Cambio in panchina? Sappiamo quanto Gasperini ha fatto per questa squadra. La società ha avuto il merito di continuare sulla stessa linea, cambiando però il condottiero: mantenere la stessa mentalità è un vantaggio”. Il Genoa può contare su una colonia argentina: “Siamo in 6. Ho letto che solo al Siviglia ce ne sono così tanti. Io sono cresciuto guardando in tv Maradona, Batistuta, Simeone, Veron. Questi ragazzi fanno lo stesso, perché la serie A è in difficoltà ma per noi argentini non si tocca, non si discute. Qui ci sentiamo a casac. Non c’è un’altra società in Italia in grado di fare quello che fa il Genoa, rilanciare giocatori. Scherzando con Ocampos e Orban ho detto: ‘Se tra un anno non siete sulla prima pagina dei giornali avete fallito. Perché la storia parla’. Me lo dicevano già Milito, Palacio e Thiago Motta“.
Juric e Bielsa si somigliano? “Pretendono la stessa intensità. Bielsa nell’allenamento di rifinitura ci faceva fare una sessantina di scatti. Qui ci siamo vicini. Juric è meno estremo, parla poco come lui e, come lui, in campo si trasforma. Il suo grande pregio sono le idee chiare: sa cosa vuole in campo, sa cosa non facevamo alla perfezione prima e come lavorare su questo per migliorare”. Diversità tra Juric e Gasperini? “Con Gasperini ho ritrovato la mentalità di Bielsa, la stessa che Luis Enrique non era riuscito a trasmettere alla Roma: accettare la sfida uno contro uno con gli attaccanti. I gol che subivamo non erano causati da questo, ma da altri equilibri, proprio quelli sui quali stiamo lavorando con Juric. Rincon e Veloso sono giocatori intelligenti, hanno esperienza e conoscenze, sanno come gestire il gioco. Possiamo fare meglio dello scorso anno e confermare il nostro marchio di fabbrica: giocare ovunque allo stesso modo. Non cambieremo e questo ci frutterà molti punti. Calci piazzati? Veloso, Ocampos, Ntcham e Ninkovic sono grandi battitori. Un anno all’Inter c’erano Mihajlovic, Stankovic, Figo, Veron e Adriano. Era bellissimo. Io realizzai 6 gol. Qui si rivede qualcosa di simile. Avere grandi colpitori è fondamentale e noi abbiamo anche un ottimo crossatore come Lazovic. Nel calcio ermetico di oggi saranno decisivi”.