“Firmai il contratto in un cofano: 80 milioni, un’enormità per un falegname…”. Juventus, Torricelli si racconta
Fiorentina-Juventus, la partita speciale di Moreno Torricelli. L’ex terzino di viola e bianconeri conserva ancora ricordi limpidi delle pagine più belle della sua carriera. Si parte dai sei anni in bianconero, dove Torricelli vinse tutto: una Coppa Uefa, una Champions, tre scudetti e due Coppe Italia. “Arrivai a Torino grazie a un’amichevole Caratese-Verona, io ero nella Caratese” – racconta Torricelli a La Gazzetta dello Sport – “Lì c’era Landri, d.s. vicino alla Juve che collaborava con Furino al settore giovanile. Si capisce che gli feci una buona impressione perché mi portò alla Juve a fare delle amichevoli di fine stagione con Pro Vercelli, Vicenza e Ancona. Volevo diventare professionista, qualche squadra di C mi voleva: avevo già centrato l’obiettivo. Non avrei mai pensato che mi richiamasse la Juve. Invece all’inizio della nuova stagione Trapattoni disse: “Se non mi prendete Vierchowod provo questo ragazzo”. Andai in ritiro e poi in tournée in Giappone. Al ritorno firmai il contratto in bianco, sul cofano di un’auto a Villar Perosa. Figuratevi se pensavo ai soldi. Che ansia quando andai in sede da Boniperti con i miei due procuratori. Lui uscì dall’ufficio e disse: “Buongiorno Moreno, vieni con me. Voi potete aspettare fuori, grazie”. Non gli piacevano i procuratori. Dentro, c’erano le sue scarpe, i trofei, i palloni in cuoio: che emozione. Mi diede uno stipendio di 80 milioni di lire. Per me che come falegname ne guadagnavo un milione e 200 al mese era un’enormità”.
Trapattoni e Baggio lo prendevano in giro… : “Al Trap devo tutto. Ha avuto il coraggio di lanciare un dilettante. E all’inizio la sua umanità è stata fondamentale. Aveva l’età di mio padre, era brianzolo, mi son trovato subito a mio agio. Mi parlava in dialetto, mi chiamava legnamè, falegname in dialetto. Quando finiva l’allenamento mi teneva a migliorare il sinistro perché avevo una zappa al posto del piede. Ma lo faceva anche con altri, con Conte per esempio. Baggio è stato l’unico a prendermi in giro, in modo scherzoso. Lui faceva sempre battute. Mi chiamò Geppetto e per tutti restai Geppetto”. Il pronostico su Juve-Fiorentina: “Credo che vinca la Juve: troppa differenza di forze. Dopo Napoli, è diventata un rullo compressore. E il Napoli affronta la Lazio, potrebbe essere una giornata importante. Lo scudetto sarà una bella corsa, penso che alla fine la spunterà la Juve perché è più completa. Tornando alla Viola, ha iniziato un progetto con buoni giovani. Ora è incostante, ma può solo crescere. Anche a Firenze mi hanno voluto bene. Eravamo una bella squadra, forte ma senza mentalità vincente. Poi purtroppo è finita col fallimento”. L’intervista integrale sulle pagine de La Gazzetta dello Sport.