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Fiorentina, Thereau in vista della Juve: “Se segno vivo tranquillo tutto l’anno. Dybala? Vincerà Mertens la classifica marcatori”

1 gol e due maglie da titolare in altrettante presenze in viola: Cyril Théréau si è già preso la Fiorentina. Lui che con un suo gol il 23 agosto 2015 sconfisse la Juve allo Stadium: guarda caso, l’avversaria della viola nel turno infrasettimanale si chiama proprio Juventus. Ci proverà anche domani?

“Ci proverò (ride). Affrontiamo un avversario che domina da anni ma credo sia un’impresa possibile. Le nostre armi sono il gioco e l’entusiasmo: siamo giovani però già con un’identità. E gara dopo gara non potremo che migliorare. Per i tifosi viola è come un derby. E ho già capito che se domani faccio gol vivo tranquillo tutto l’anno (risata). Sogno di far bene con questa maglia. Negli ultimi 5 anni quattro volte ho segnato più di 10 gol a stagione: perché non dovrei ripetermi a Firenze? Sono stato vicino alla Fiorentina già in passato, a 34 anni non ci speravo più. Invece eccomi qua, non per far la balia ma per dare il mio contributo e ci riuscirò”, ha dichiarato il francese ai microfoni di Tuttosport.

Questa volta però nella difesa juventina non ci sarà Bonucci: “Per me è sempre stata la più forte ma andando via Bonucci tutta la Juve, non solo la difesa, ha sicuramente perso qualcosa. I bianconeri restano favoriti ma se fino alla scorsa stagione erano sicuri di vincere lo scudetto, stavolta non è così: tanti club si stanno avvicinando, sarà un campionato combattuto”

Che ricordi quel 23 agosto di due anni fa: “Io e miei compagni dell’Udinese chiudemmo il primo tempo soffrendo ma riuscendo a difendere lo 0-0. Poi nella ripresa seppi sfruttare una delle poche occasioni. Avevo già fatto gol alla Juve con la maglia del Chievo ma quella volta fu un’emozione più grande anche perché la vissi davanti alla famiglia e agli amici. Alla Juve finora ho segnato 3 gol ma quello allo Stadium è un po’ il simbolo della mia carriera in Italia, pure storico considerando che i bianconeri non avevano mai perso la prima di campionato. Resi felici i tifosi dell’Udinese ma pure quelli delle altre squadre. Anche Buffon mi fece i complimenti. Lui oltre che un numero uno nel suo ruolo è anche una grande persona. E per un attaccante è sempre stimolante sfidarlo”.

Su Dybala: “Mi impressionò già ai tempi del Palermo. Ha intelligenza, classe, è difficile da marcare perché non è un vero 10 ma neppure un 9. Diciamo che è tutto. E fa bene a scacciar via i paragoni con Messi essendo giocatori diversi. Per la classifica marcatori però credo che alla fine segnerà di più Mertens. Da ragazzo il giocatore che ammiravo di più era Zidane, la stella. Ora, oltre a Nainggolan, è Dries: è forte in tutto, ha ricevuto tante proposte ma a Napoli ha trovato la sua dimensione. E continuerà a segnare tanto perché gioca in modo diverso rispetto a Dybala che oltretutto deve convivere con Higuain e Mandzukic”.

Su HIguain invece: L’Higuain dell’ultimo anno a Napoli è l’attaccante più forte che abbia mai incontrato. A Torino è un giocatore diverso ma non so perché, forse per un modo di giocare diverso”.

Sul connazionale Matuidi: “È molto bravo, peccato che abbia militato nel Psg. Da tifoso del Marsiglia non è la squadra per cui simpatizzo”.

Passiamo ora ai compagni di squadra: Federico Chiesa. “Ce ne sono pochi come lui alla sua età, è maturo, completo, con qualità fuori dal comune. Va sfruttato nel migliore dei modi. Per fortuna Pioli fa giocar bene e anche per questo sono felice di essere qui. Io e Pioli siamo cambiati rispetto ai tempi del Chievo. Di sicuro lui oggi è un allenatore importante e ha tanti pregi, dal suo gioco d’attacco alla capacità di parlare e farsi capire dai propri giocatori”.

Sull’addio all’Udinese e le dichiarazioni del patron Pozzo riguardanti una presunta carenza di stimoli del francese: “Non voglio passare da presuntuoso ma in questi anni ho portato il peso dell’attacco dell’Udinese e ho sempre dato tutto: prova ne sono anche i 3 gol fatti prima di venire a Firenze. Con tifosi e compagni i rapporti sono sempre stati ottimi, con Del Neri era franco. Per giustificare la mia cessione, perché di cessione si è trattato, hanno scelto l’alibi degli stimoli. Ma non è così”.