Ferrara: “La Juve merita un pò di fortuna, da troppo non vince la Champions”
Una carriera divisa tra Napoli e Juventus. C’era anche lui l’ultima volta che i bianconeri alzarono al cielo di Roma la Champions League. Ciro Ferrara in un’intervista rilasciata alla Stampa, racconta la vigilia dell’imminente finale con il Real Madrid: “Ero lì qualche giorno fa per una partita di beneficenza e ho sentito tanti cori pro Juve, ma non fa testo: giocavamo al “Vicente Calderón”, casa Atletico. Però c’è grande rispetto per la Juve, soprattutto perché ha eliminato il Barça: una cosa che fa drizzare le antenne”.
C’era qualche ex del Real: “Seedorf: gli ho detto che ci hanno rubato una finale. Zidane? L’ho lasciato tranquillo: avrei voluto vedere gli allenamenti, ma temo non mi avrebbe fatto entrare (ride ndr). Sull’avventura in Italia di Zizou: “L’esperienza a Torino gli è servita per diventare allenatore e per modellare questo Real: non vi aspettate una squadra all’arrembaggio”.
La Juve e le finali perse: “Ha detto bene Allegri: la psicosi non esiste, anche perché nella maggior parte dei casi ci sono giocatori arrivati un paio d’anni fa. Mi sembra sia più un problema dei tifosi”.
Buffon ne ha perse due: “Conoscendolo, direi che questo fattore non inciderà in lui: uno che all’età sua fa la differenza vuol dire che ha motivazioni per andare sempre avanti e la conoscenza per sapere che nello sport si vince e si perde. Gigi e altri cinque sono diventati leggenda perché sei scudetti di fila sono una cosa pazzesca, ma, la Champions fa la differenza. Vincere lo scudetto è importante, ma mai quanto questa Coppa: ti fa fare un salto”. Oltre alla coppa dalle grandi orecchie potrebbe esserci il Pallone d’Oro: “Lo merita, e mica solo per la carriera, ma perché fa la differenza. Detto ciò, tutto passa dalla finale e, quindi, attraverso una grandissima giornata di Gigi: tutti sperano che non sarà tanto impegnato, ma realisticamente è una cosa difficile”.
Su Cristiano Ronaldo: «Un po’ è vero quello che disse Chiellini, Ronaldo si può marcare con Messi ti fai il segno della croce. Si tratta prevalentemente di un discorso fisico. E i tre della Juve quel confronto, fisico, lo possono reggere. Ma occhio, spesso i giocatori meno osannati possono decidere una sfida. Se devo sceglierne uno per parte dico Casemiro, che dà equilibrio, e Mandzukic, che permette alla Juve di giocare così: chi lo conosce mi ha detto che solo qualche anno fa non l’avrebbe mai fatto. Bravo lui, bravissimo Allegri”. Se cambierei Dybala con Ronaldo? “No, mai. Intendiamoci, Ronaldo è un maestro, al più alto livello, e Dybala si dovrà confermare negli anni. Ma dico che il Real è una squadra che gioca molto per Cristiano, questa Juve è più collettivo: tutti si sacrificano. E anche Dybala può risolvere una partita, come s’è visto contro il Barcellona”. Higuain non ha mai inciso nelle finali: “Di queste cose non mi fido mai. Ricordo che i giornali francesi lo presero anche per i fondelli: non penso faranno lo stesso quelli spagnoli. A Madrid temono il gol dell’ex”. Da lui a Khedira, se giocherà: “Sul tedesco ci andrei con i piedi di piombo, anche se non conosco i dettagli. A Bologna era una gara senza stress fisico e mentale, Marchisio mi sembra in ottima condizione, e questa è una partita dove devi essere al 100%. Anche se Lippi diceva che ad alcuni basta l’80%”. Su Dani Alves: “Bravi i dirigenti, che hanno pescato un campione, svincolato e motivato. All’inizio ha fatto fatica, a capire l’ambiente e la cultura, ma è un grande. Uno che ha vinto più di tutti: il che mi fa anche rosicare”. Sul modulo “Adotterei il 4-2-3-1 di Monaco, non lo cambierei. Con gli attaccanti e l’assetto che hanno i bianconeri adesso, Barzagli è decisivo. Favorita? No, parlo da ex, e penso che la Juve si meriti un po’ di fortuna, perché è da troppi anni che non vince questa Coppa: è arrivato il momento”.