Entella, premio speciale per Oliveri: “La storia di mio nonno deportato deve far riflettere”
Parlare di guerra, campi di concentramento e deportazione a 18 anni può non essere semplice. La tentazione del "non mi interessa", del tralasciare un tema apparentemente lontano anni luce dalle nostre vite può essere forte e in un certo senso anche comprensibile a quell'età. Non è stato così per Leonardo Oliveri, ragazzo che milita nel settore giovanile della Virtus Entella e che settimana scorsa è stato premiato dall'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra per un tema nel quale ha raccontato la personale esperienza di suo nonno.
Un racconto complicato, a tratti commovente, ma pieno di consapevolezza nonostante i 18 anni da poco compiuti. Leonardo lo ha voluto condividere anche con noi di gianlucadimarzio.com: "Non mi aspettavo un premio del genere, non pensavo che il mio progetto avrebbe avuto questo risalto. Il tema trattato è stato quello della deportazione di mio nonno nel campo di concentramento di Madeburgo. L'emozione per me è stata doppia, perchè mi ha permesso anche di ricordare i momenti dell'infanzia insieme a mio nonno, che è mancato quando avevo 10 anni".
Oggi il sogno è quello di diventare un grande calciatore, anche nel nome del nonno che non c'è più e che non ha potuto perseguire lo stesso desiderio a causa di un periodo storico troppo duro per poter pensare al calcio: "Mi ha colpito molto il fatto che ragazzi di 18-20 anni venissero presi e rinchiusi in un campo di concentramento all'improvviso e senza una spiegazione. Una situazione veramente assurda, che non dovrà mai più succedere in futuro. Nella sfortuna, mio nonno mi ha raccontato di aver avuto la fortuna di essere un bravo calzolaio. Per questo motivo i tedeschi lo sfruttavano per le sue doti, permettendogli così di ricevere un pezzo di pane o un po' di cioccolata in più. Mi ha impressionato però il fatto che il cibo fosse davvero scarso nei campi e che pur di mangiare i prigionieri sarebbero stati disposti a fare qualunque cosa. Che poi tutti festeggiamo come data della liberazione il 25 aprile, ma lui ad esempio è rientrato a casa soltanto il 13 novembre del 1945, prendendo un treno senza sapere a quale tipo di vita lo avrebbe riportato dopo gli anni passati in Germania".
Una settimana, quella appena trascorsa, che per Leonardo (bomber d'area di rigore che si ispira a Pippo Inzaghi) ha significato tanto anche dal punto di vista calcistico. Il suo gol è stato infatti importante per la vittoria per 4-1 dell'Entella sul campo del Frosinone nel campionato Primavera 2. Una rete che aspettava da tanto: "Sono molto contento anche perchè nelle prime partite ho giocato poco. Ho continuato ad allenarmi al massimo perchè sapevo che il mio momento sarebbe arrivato e il gol nell'ultima giornata contro il Frosinone è una soddisfazione che aspettavo da tanto. Nel 2017 mi sono rotto il crociato, rimanendo fermo per circa un anno. L'anno scorso ho giocato poco e mi ci voleva davvero qualcosa che mi sbloccasse un po'. Sognavo questo gol con tutto il cuore".
Il sogno è quello di quasi tutti i ragazzi di quell'età, soprattutto quelli che hanno talento come Leonardo. Diventare un calciatore è la priorità, ma non l'unica strada da percorrere: "Sia i professori che la famiglia mi hanno sempre insegnato a tenermi aperta una strada alternativa. Non si sa mai cosa possa accadere e, come successo a me, magari un infortunio può cambiare tutto. Il messaggio che nel mio piccolo mi piacerebbe mandare è quello di non lasciare la scuola, nonostante si stia intraprendendo una carriera sportiva a livello agonistico. Il mio tema mi ha fatto capire quanto siamo fortunati e anche questo pensiero mi aiuta a impegnarmi sempre di più e perseverare in quello che sto facendo".
Ora però Leonardo deve andare, dopo una giornata di allenamenti le ripetizioni di matematica lo aspettano. Studia al Liceo Scientifico a indirizzo sportivo Gianelli Campus di Chiavari, con le idee (anche qui) molto chiare sul futuro: "Qualora non riuscissi a diventare un giocatore, mi piacerebbe comunque intraprendere una carriera nell'ambito sportivo, per esempio preparatore atletico, allenatore o anche professore di educazione fisica". Inevitabile che il pensiero, a fine chiacchierata, torni lì. Al pallone che rotola e al piacere che si prova nel poterlo inseguire. Privilegio che non tutti hanno potuto avere negli anni passati: "Anche il periodo attuale ha mille difficoltà, è vero, ma spesso non ci rendiamo conto di quello che è successo in passato a ragazzi come noi. Nel pieno dell'età migliore hanno perso tutto, bisognerebbe riflettere su questo". Riflettere, è questo il significato del messaggio di Leonardo. Significato forte, ancora di più se a lanciarlo è un giovane di 18 anni.