Entella, Gozzi analizza i primi 10 anni di presidenza: “L’Entella fu un pacco tiratomi dai miei soci. Vi racconto la verità su Cassano…”
Ambizione e avanguardia. Se proprio dovessimo selezionare due termini per concettualizzare i primi 10 anni da presidente dell’Entella di Antonio Gozzi festeggiati lo scorso weekend con la vittoria sulla Ternana, sceglieremmo questi. Nonostante quest’Entella ai tempi fosse “un pacco tiratomi dai miei soci di allora – afferma col sorriso Gozzi stesso in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com –. Vi spiego: inizialmente mi occupavo solamente del settore giovanile, mia grande passione che coltivo tutt’ora, visto che anche mio figlio giocava lì. Poi, mi invitarono a diventare il vicepresidente e così, nel giro di poco tempo, mi ritrovai ad essere presidente. Ai tifosi dell’Entella dissi fin da subito come si trovassero in buone mani”. E così è stato. Dal 2007 ad oggi: scalata dall’Eccellenza alla Serie B portata a termine. Ormai l’Entella è una realtà vera e propria, dentro e fuori dal campo. Impegnatissimi nel sociale e in vari progetti di grande successo (Wyscout e Wylab su tutti), l’Entella e la famiglia Gozzi: due termini che andrebbero pronunciati a braccetto visto come i ‘Diavoli neri’ siano un affare di famiglia. “Mi auguro che in futuro se ne occupi mio figlio (Augusto, ndr): è molto appassionato e ribadisco come sia lui il vero intenditore di calcio in famiglia. Ma prima di passare lo scettro venderò cara la pelle…”, commenta ridendo Gozzi.
Chissà che per quel giorno venga raggiunta l’utopia più totale, un qualcosa davvero ben delineato nella testa del numero uno biancoceleste: “Ci sono ancora diversi progetti che vorremmo portare a termine: uno stadio di proprietà ed un centro sportivo su tutti. Il problema in Liguria è la mancanza di spazi e quindi sono progetti molto difficili e dispendiosi da realizzare: sarà estremamente complicato portarli a termine ma ci proveremo”. Poi, ovviamente “c’è quel sogno chiamato Serie A che significherebbe il coronamento della scalata dell’Entella. Per ora rimane un sogno che non so se si verificherà mai. Nonostante possa dire che managerialmente saremmo pronti per un salto così ma tutto dipenderà dai risultati”. Se poi un giorno questa beneamata Serie A dovesse presentarsi a Chiavari “sarei pronto ad andare a Santiago di Compostela a piedi”, e via di risata.
Alt. Un passo alla volta: meglio non perdere di vista la Serie B. Un campionato che 10 anni fa a Chiavari mai avrebbero pensato di affrontare. Nemmeno Gozzi stesso: “Non mi aspettavo questi risultati 10 anni fa e soprattutto di trascorrere 4 anni in B. Mi aspettavo di arrivare tra i professionisti, quello sì, ma ho cominciato solo qualche anno dopo a non ritenere più un eventuale approdo in B una bestemmia e così è stato”. Tanti momenti euforici, un solo ricordo amaro: “La retrocessione al primo anno in B in un campionato però falsato dove infatti fin da subito abbiamo pensato che sarebbe stata fatta giustizia. Sono soddisfatto dei miei 10 anni da presidente”. Chi si sarebbe immaginato poi di sentire accostare all’Entella nomi altisonanti come quello di Antonio Cassano. Invece Fantantonio è stato davvero a tanto così dal vestire biancoceleste: “Siamo stati non vicini ma vicinissimi a Cassano lo scorso gennaio: avevamo trovato un accordo, poi Antonio ha cambiato idea. Quest’anno invece lui avrebbe voluto venire da noi ma non eravamo pronti per un giocatore così visto come la nostra squadra aveva subito numerosi cambiamenti, dall’allenatore al gruppo. Diciamo che quando era pronto lui non eravamo pronti noi, e viceversa. Mi spiace molto ma nella vita mai dire mai e comunque continuiamo ad avere un ottimo rapporto, tanto che siamo in continuo contatto”. Nonostante Cassano, qualche colpo in passato è stato messo a segno. Uno su tutti: “Caputo, sia per quanto riguarda gli acquisti che le cessioni. Eppure, non avrei davvero mai voluto cederlo anzi – ammette amareggiato Gozzi -, ho fatto di tutto per trattenerlo ma non ci sono riuscito: per un presidente ambizioso come me è stato un duro colpo avere l’attaccante più forte della B e non poterlo trattenere. Non ho ancora metabolizzato del tutto questa cessione, ci vorrà del tempo. E sì, posso considerarlo come unico rimpianto di questi miei 10 anni di presidenza. Finalmente però siamo riusciti a prendere Crimi: lo volevamo da tre anni. Invece come più grande soddisfazione direi la vittoria della Lega Pro col primo storico approdo in B”.
E nonostante Cassano non sia arrivato e Caputo sia partito con destinazione Empoli, Gozzi si gode la sua Entella: “La più forte ed equilibrata di sempre. Però l’obiettivo rimane sempre la salvezza che per noi è una vera e propria Champions in un campionato come la Serie B”. Da conquistare dando continuità ai risultati già da stasera contro il Pescara, partita alla quale Gozzi non potrà essere presente per motivi lavorativi ma che ovviamente seguirà dalla poltrona davanti alla tv. Dalla prima squadra alla Primavera: non se ne perde una. Una. Con un pizzico d’invidia magari verso quelle piazze più calde, verso quel calore che il presidente dell’Entella vorrebbe tanto assaporare anche a Chiavari: “Ai grandi club ruberei una cosa sola: un pubblico numeroso. Purtroppo a causa del nostro bacino d’utenza decisamente ristretto riusciamo a portare allo stadio in media circa 2000 persone ma vorremmo fare molto di più. Ci stiamo provando tuttavia non è affatto facile”. Beh, considerati i risultati ottenuti nei primi 10 anni di presidenza, porsi dei limiti sarebbe impossibile: come dice il presidente “mai dire mai”. Perché grazie ad un briciolo di sana follia, tanta ambizione e mezzi sempre all’avanguardia quel “pacco” recapitato al presidente Gozzi 10 anni fa si è trasformato in un bellissimo tesoro.