Disabilità e calcio. Quando i campioni hanno il cuore grande
Il 3 dicembre si è celebrata la giornata mondiale della disabilità, il 21 marzo quella della sindrome di Down e oggi quella delll’autismo. In un clima solidale e tra le frequenti campagne mediatiche che hanno trattato le diverse patologie, anche il mondo del calcio ha dato il proprio contributo. In Italia, in molti si sono dimostrati particolarmente sensibili alla causa: in primis gli Insuperabili, che con le loro scuole calcio, i cui allievi sono bambini e ragazzi con disabilità, hanno promosso diverse iniziative attraverso i loro testimonial. L’ultima in ordine cronologico è quella di oggi: per la giornata mondiale dell’autismo ha fatto indossare al Papu Gomez una fascia speciale, realizzata con Linda, moglie del giocatore.
Anche alcuni club di Serie A negli ultimi anni si sono impegnati nel realizzare progetti e strutture attente a queste tematiche sociali: la Roma nel 2014 ha fondato Roma Cares con lo scopo di promuovere il connubio tra sport, bambini e ragazzi disagiati. Il Palermo sostiene, attraverso il progetto Rosanero Cares e Charity Stars, diverse associazioni tra cui la onlus ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/a Relazionale) che tramite una raccolta fondi si impegna a sostenere opere di volontariato, beneficenza, assistenza sociale e sanitaria nei confronti di soggetti che necessitano di maggior tutela e che hanno diritto ad una vita libera e di pari opportunità.
E quella di ‘responsabilità sociale’ è una missione portata avanti anche dal Chievo che è pronto a devolvere parte dell’incasso di oggi alla UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), con l’obiettivo di comprare un automezzo per il trasporto delle persone. Non solo, dopo la gara di questo pomeriggio, una maglia del Chievo e una del Crotone saranno regalate a due tifosi che hanno acquistato il biglietto, contribuendo così alla raccolta fondi. Ma la sensibilità a queste tematiche non ha confini e coinvolge numerosi calciatori da tutta Europa che diventano testimonial di campagne e iniziative volte proprio a sensibilizzare l’ampio pubblico, amante del calcio e non solo. Come Fernando Torres, Andres Iniesta e Iker Casillas, tra gli altri, che lo scorso 21 marzo (giornata mondiale della sindrome di Down) hanno preso parte all’iniziativa delle associazioni Down Espana, Cucocuervo e Fundacion Gmp per ‘una società più inclusiva’. E il Real Madrid pochi giorni più tardi ha fatto felice una bambina autistica. La piccola, di 7 anni, ha conosciuto tutta la rosa delle merengues. Immortalata con loro in tanti scatti, sorridente, una volta con Cristiano Ronaldo, un’altra con Sergio Ramos. E poi ancora con James Rodriguez, Benzema e il resto della squadra, che tutta insieme le ha fatto vivere una giornata indimenticabile. Perché il calcio può tanto, che funzioni come cassa di risonanza per sensibilizzare e rendere note iniziative per stare vicino a chi ne ha bisogno; fino alla possibilità di essere utile, con i suoi protagonisti, a regalare un sorriso e dare un aiuto concreto.
Alice Nidasio e Guendalina Galdi