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Ieri Panchina d’Oro, oggi bufera ‘spagnola’: cosa non va nel Valencia di Prandelli

Chi non lotta e non ha voglia di soffrire può anche andare via”. Firmato Cesare Prandelli. Microfoni accesi e cuore aperto, segnale inequivocabile di una crisi che non accenna a finire. Il Valencia rischia la retrocessione, la classifica parla chiaro. Suona l’allarme nello studio di Peter Lim che, tuttavia, non mette piede al Mestalla da mesi. Meglio fidarsi dei propri collaboratori piazzati a Valencia per seguire da vicino la situazione. Sì, molto meglio, peccato però che la signora LayHoon Chan di calcio non sappia nulla, ignorando anche la lingua spagnola. Potrebbe andare meglio con Suso Garcia Pitarch, altro collaboratore di Lim, ma il fidato manager dell’imprenditore asiatico, non sembra tanto interessato alle sorti del club.

Risultato? Dodici punti in quindici giornate e quart’ultimo posto in coabitazione con lo Sporting Gijon, con la zona rossa evitata solo per la vittoria nello scontro diretto dello scorso 16 ottobre. Proprio quello resta l’unico sorriso spagnolo di Cesare Prandelli. Dall’autografo sul contratto datato 28 settembre fino ad oggi, l’allenatore italiano ha raccolto la miseria di sei punti in otto partite. Quattordicesima posizione in classifica al suo arrivo, diciassettesima oggi, all’indomani del settimo incontro consecutivo senza vittoria. Attacco che non punge, difesa che fa acqua e uno spogliatoio davvero elettrico.

Finita qui? Nemmeno per sogno, dal momento che al ritorno da San Sebastian è partita la dura contestazione di alcuni gruppi ultras, arrivati persino a colpire con calci e pugni il pullman della squadra. Un modo non proprio esaltante per Prandelli di festeggiare i dieci anni dalla sua prima Panchina d’Oro, consegnatagli l’11 dicembre 2006 dai suoi colleghi italiani dopo la positiva esperienza alla guida della Fiorentina. Tempo di guardare al passato, però, adesso proprio non ce n’è, Prandelli è già volato a Singapore per incontrare Lim e affrontare di petto i problemi cronici di questo Valencia. Nove sconfitte in quindici partite non possono non spaventare, il fantasma della Segunda si allunga, nonostante Halloween sia lontano a Cesare non resta che travestirsi da Ghostbuster prima che la situazione diventi irrecuperabile…