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Delio Rossi: “Lazio? Peruzzi ottima scelta, mentre Inzaghi è sembrato quasi un ripiego, mi è dispiaciuto”

A volte ritornano. L’anticipo del sabato pomeriggio di A vedrà di fronte Lazio e Pescara, ovvero Inzaghi contro  Oddo. Per cinque stagioni Simone e Massimo sono stati compagni nella Lazio, con la quale hanno vinto la Coppa Italia 2003-2004. Dal 2005 al duo si è aggiunto Delio Rossi, che ha allenato Oddo e Inzaghi fino al 2007: chi meglio di lui può raccontarli?

“La Lazio non l’ho ancora vista” – si legge nelle pagine del Corriere dello Sport – “Ho visto il Pescara una volta e mezzo, cioè con l’Inter e nel primo tempo con il Napoli. Penso sia una partita aperta, ma siamo ancora al calcio d’agosto. Diffido delle prime partite di campionato, alcuni giocatori sono stati presi all’ultimo momento, qualcuno come Felipe Anderson viene dalle Olimpiadi, gli stranieri da integrare, è presto per dare un giudizio. Il Pescara ribalta velocemente il gioco. Squadra agile, stanno bene fisicamente, tengono i reparti corti. La Lazio è più forte del Pescara, soprattutto in mezzo al campo e dietro. Davanti gli abruzzesi sono pericolosi. Penso a giocatori come Caprari, Verre e Bahebeck“. Il gioiellino del Psg ha mostrato subito le sue qualità: “Mi piace, lo avrei voluto a Bologna. E’ uno di quei giocatori che possono diventare un crac o restare eterne promesse. Ha tutto del grande attaccante. Fisicità, velocità, tecnica, sa giocare. Ne ho visti tanti con queste qualità. E’ uno che può giocare nel Paris Saint Germain. Ora si vede che è spaesato, un ragazzo, molto istintivo. E’ tipico dei giovani, ma le qualità ci sono. Poi bisogna valutare la crescita. Mi ha colpito come caratteristiche, certo l’anno scorso è andato a giocare al Saint Etienne e non ha fatto benissimo, ho notato anche questo. Però è un attaccante importante”.

Alla Lazio mancano le accelerazioni? “Ha giocatori che strappano. Keita, Lulic, Felipe non sono compassati. Lo stesso Immobile ha certe caratteristiche. Forse è una questione di giusti tempi di movimento, non hanno la possibilità di saltare il centrocampo, davanti non c’è Ibra. Un centrale viene da un lungo infortunio, uno da un altro campionato e non sono dei brevilinei. Biglia non è Diawara, è un giocatore intelligente, non brilla in velocità, però in rapidità sì. Se sei stanco e non ti smarchi al momento giusto, può venir fuori una partita poco brillante. Ma la Lazio è costruita bene”. Massimo Oddo e Simone Inzaghi a confronto: “Di Oddo mi piace il suo calcio propositivo, si vede che c’è un lavoro dietro e che da questo punto di vista è seguito dai giocatori. Il Pescara è equilibrato. Bisogna vedere, ma ci sono squadre più scarse, credo si salverà tranquillamente. Obiettivo alla portata. Inzahgi? La chiamata della Lazio è arrivata dopo aver valutato Sampaoli, Prandelli e Bielsa. Inzaghi è sembrato quasi un ripiego e questo mi dispiace: è  stato sbagliato il modo, si poteva confermare subito. Un’altra mossa intelligente, invece, è stata quella di mettere Peruzzi. Basta vedere come si è risolta la situazione Keita. Angelo ha carisma, personalità, sarà di grandissimo aiuto nello spogliatoio. E non fa ombra a Simone”.

Cosa serve a un giocatore per diventare un buon allenatore? “Breda lo sapevo, si scriveva gli allenamenti, era curioso, chiedeva tutto sulla preparazione. Ma non tutti sono così. E poi cambia la prospettiva. Il giocatore pensa in modo individuale, da allenatore devi pensare a tutti. Poi dipende da che tipo di allenatore diventi, c’è quello che insegna, altri che gestiscono. Potenzialmente Massimo e Simone avevano la sensibilità e l’intelligenza calcistica per passare in panchina. Conoscevano spogliatoi di alto livello, non è la stessa cosa giocare nella Lazio o nel Carpi, bisogna rapportarsi con i campioni. Fai fatica, però, a capire se un giocatore può diventare allenatore quando ha 23-24 anni. Oddo ha preso molto da Ancelotti, Inzaghi da Mancini o Eriksson. Non sono sicuro di avergli trasferito quello in cui credo. Non mi sento il padre calcistico. Massimo ha sempre giocato in quella Lazio, Simone mi è dispiaciuto di non averlo fatto giocare. Ma questo non inficia il mio giudizio, la simpatia e la stima del ragazzo”.