Dalla tesi su Crujiff alla… ‘benedizione’ di Mou: alla scoperta di Vitor Pereira, il nuovo profilo sondato dall’Inter
Crujiff come modello, il calcio come passione. L’Inter nel
futuro? E’ una possibilità. Nome: Vitor. Cognome: Pereira. Il resto lo lasciamo, troppo lungo
sennò. E’ lui il nuovo profilo sondato indirettamente dalla società
nerazzurra, impegnata nella ricerca del successore di Frank De Boer, esonerato
proprio nella giornata di oggi.
Da Pioli a Hiddink, passando per Guidolin e
Leonardo. Ma c’è anche Vitor Pereira, il meno noto degli altri ma tutt’altro che incompetente. Cresciuto con il modello
calcistico di Crujiff, Pereira si laurea proprio con una tesi incentrata sul
calcio del Barcellona di Johan, un vero mentore per il portoghese. Dai libri al
campo il passo è breve. Vitor inizia con Espinho e Santa Clara, esperienze che
si rivelano un trampolino di lancio per l’élite europea.
Nel 2010, infatti,
Villas Boas lo chiama come suo assistente al Porto. Pereira rinuncia a tutte le
offerte sul tavolo e accetta la scommessa. Primo anno e subito poker di
trionfi, con i Dragoni che conquistano Liga, Coppa di Portogallo, Supercoppa portoghese e UEFA
Europa League. L’anno successivo, Villas Boas vola al Chelsea. Mentre Pereira
diventa il nuovo manager del Porto con la benedizione di un certo… Josè
Mourinho: “Non era un assistente normale per Villas Boas. Era più di un
allenatore aggiunto. Puó fare molto bene in panchina al Porto”. In
Portogallo rimane due stagioni, poi accetta l’incarico dell’Al-Ahly e si
trasferisce in Arabia, vivendo un’esperienza esotica ma non particolarmente esaltante.
C’è dell’altro nel suo passato. La Grecia, sei mesi e un double Coppa-campionato conquistato; poi il Fenerbahce. In Turchia l’avventura si chiude in maniera
clamorosa dopo solo una stagione, quando il club lo esonera per delle frasi
poco carine espresse durante un soggiorno in patria. Nel futuro di Pereira potrebbe esserci l’Inter, perché no: la proprietà Suning valuta un allenatore di livello internazionale. Per una panchina che continuerebbe a parlare straniero. Precisamente, portoghese. E l’ultimo portoghese su quella panchina ha portato decisamente bene.