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Dalla ‘ribattitura’ all’incisione del nome: i segreti della fabbricazione del Pallone d’Oro

Il momento tanto atteso sta per arrivare, quest’oggi verrà assegnato il Pallone d’Oro a Zurigo. Tutti sappiamo come è fatto, avendolo visto in mano ai più grandi calciatori della storia. Ma quali sono i segreti della sua fabbricazione? Fin dal 1956, anno dell’introduzione del premio, i gioiellieri francesi “Meller” sono gli unici creatori dell’ambito premio. E’ lo stesso François Mellerio, ultimo discendente della famiglia, a spiegare quanto amore e quanta passione ci sia nella sua fabbricazione: “Questo magnifico trofeo necessita di decine di ore di lavoro, con molti artigiani che si alternano nella sua realizzazione. L’orafo, il ribattitore, lo scultore, l’incisore, il doratore e il lucidatore, mestieri oggi molto rari e preziosi.”

Ma in pratica come viene realizzato? Il Pallone d’Oro è costituito da due semisfere di ottone, ottenute da due piastre distinte. L’azione che permette di renderle arrotondate è detta ‘ribattitura’ ed è l’opera forte di un artigiano nominato “repousser”. Ottenute due semisfere, l’azione successiva è svolta dall’orafo che con un cannello ossidrico le salda l’una all’altra. Viene in seguito il cesellatore, che riempie la sfera di una materia simile alla cera e con l’aiuto di un cesello e di un martello, esegue le famose cuciture del pallone nel metallo, secondo un disegno precedentemente realizzato a matita sulla sfera liscia. Una volta terminata la minuziosa operazione, il cesellatore svuota l’opera dalla sua cera e la restituisce all’orafo che lucida l’insieme, incidendo il logo della Fifa. Nell’ultima tappa, ma probabilmente la più importante, il Pallone d’Oro viene immerso in un bagno d’oro puro prima di essere fissato su un piedistallo formato da un blocco di pirite. Tradizione vuole però che il nome del vincitore venga inciso solamente dopo la cerimonia, con una placca dorata fissata alla base del trofeo.

Marco Juric