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Da Keita a Inzaghi, Milinkovic Savic e il calcio nel dna: “Ho scelto la Lazio e non me ne pento”

La famiglia Milinkovic Savic è una vera disgrazia per i giornalisti (e forse anche per qualche osservatore). Un cognome così può creare pericolosi equivoci: può succedere che magari pensi che siano due, Milinkovic e Savic. Ma non è tutto perché nel caso della nazionale serba Under 21 devi star attento anche al nome di battesimo perché oltre a Sergej – centrocampista della Lazio – c’è anche Vanja che invece è portiere del Lechia Danzica.

Un bel casino, certo. Ma c’era da aspettarselo dal momento che il signor Nikola Milinkovic, papà di Sergej e Vanja, nella vita ha fatto prima il calciatore e poi l’allenatore. Dalla mamma, la signora Miliana Savic, è stata giocatrice di basket, e dai suoi geni deve aver preso la piccola Jana che si diverte con pallacanestro e la ginnastica. Dopo un anno in serie A Sergej Milinkovic Savic è diventato una stella nascente della Lazio e punto fisso della nazionale serba under 21 che venerdì pomeriggio ha messo i brividi agli azzurrini di Di Biagio, riuscendo però a strappare solo un pari. Proprio come nella gara di andata del novembre 2015 a Novi Sad, quando Sergej fu protagonista assoluto realizzando la rete del momentaneo vantaggio serbo.

Dopo un anno nel nostro campionato, però, è già tempo di bilanci. “Da quando sono arrivato ho imparato tanto, soprattutto dal punto di vista tattico: cose che non avevo mai fatto prima. E per questo adesso mi sento molto più sicuro dei miei mezzi”. Dici poco, per uno che negli ultimi due anni – da 2013 e 2015 – ha vinto in rapidissima successione Europeo Under 19 e Mondiale Under 20 con la maglia della Serbia. Proprio dopo la vittoria in Nuova Zelanda nel 2015 il suo era uno dei nomi più desiderati dal calcio europeo. Fu ad un passo dalla Fiorentina, con tanto di visita in città, ma proprio quando il suo destino sembrava doversi tingere di viola, è arrivata la scelta a sorpresa dalla Lazio.

“E’ vero, tutti mi volevano, ma alla fine la scelta spettava a me. Ho voluto fortemente la Lazio ed oggi posso dire di aver fatto la scelta giusta. Alla Lazio sto bene e mi diverto”. Bene come squadra e benissimo come città. “Roma è bellissima e si mangia anche molto bene. Ho scelto di vivere con la mia ragazza all’Olgiata così sono anche più vicino al campo di allenamento ma spesso vado a fare un giro in città con amici”. L’hanno scorso il suo rapporto con Simone Inzaghi non è stato dei migliori ma adesso dice che “è tutto apposto”.

Non esattamente come la situazione del suo compagno di squadra Keita Balde. “Non ho parlato con lui e non sono nella sua testa. Posso dire che per noi è importante allenarci e mantenere un’atmosfera tranquilla nello spogliatoio. Le sue decisioni non devono influire sul nostro rendimento in campo”. Freddo e deciso, Sergej ha appena 21 anni ma sa già bene cosa vuole nella vita, soprattutto in campo. “Posso giocare alle spalle dell’attaccante ma anche come intermedio nel 4.3-3. Il mister decide dove gioco e a me va bene”. Se si tratta di giocare, infatti, per lui non fa differenza il dove: lo ha imparato fin da piccolo in una famiglia come la sua non poteva essere diversamente.