Codogno, il calcio e la voglia di tornare: “Quarantena esagerata, ma ci ridiamo sopra”
“Una follia totale metterci in quarantena. È impossibile contenere il virus”. Parla Alessandro Pellini, presidente del Rc Codogno. “Stiamo tutti benissimo. Lunedì le altre società riprendono gli allenamenti. Noi invece no. Chiediamo di essere trattati come gli altri”. Combattivo e determinato, Pellini è anche un rinomato imprenditore di Codogno a cui la quarantena sta creando diversi problemi economici. E non è il solo. “Abbiamo da poco concluso una riunione con tutti gli imprenditori. Non ho mai visto tutti così d’accordo nell’affermare che le misure contro il coronavirus sono sproporzionate. Come imprenditori faremo una richiesta al governo per chiedere il reinserimento graduale di una percentuale di lavoratori nelle aziende, tenuti l'un l'altro a distanza di sicurezza, così da poter riprendere le attività”.
La sfortuna del capitano
La fine della sessione d’esami. Un momento per recuperare energie, rilassarsi, uscire con gli amici e concentrarsi sugli allenamenti. Prima che riprendano le lezioni. Almeno, dovrebbe essere così. Ma non per Andrea Cigognini, capitano del Rc Codogno e studente di ingegneria gestionale: “Giovedì sera ero a Cremona a festeggiare il mio ultimo esame dato. Ho dormito lì con amici per evitare di guidare la notte. La mattina successiva mi sono risvegliato con 200 messaggi. Il senso era di tornare subito a Casalpusterlengo, dove vivo”.
Consapevolezza, non paura
Da quel momento è iniziata la quarantena di Andrea, a causa del coronavirus. “Se fosse successo a gennaio non l’avrei presa così male, tanto ero chiuso in casa a studiare, ma ora…”. Ragazzo vivace, sempre con la battuta pronta, Andrea non si fa buttare giù: “La sto cercando di prendere con ironia e consapevolezza”. Il tempo non si è fermato. “Alcuni giornali esagerano nel descrivere ciò che succede qui. A Casalpusterlengo la vita sociale continua. Io esco regolarmente con i miei amici. Ci teniamo a distanza di sicurezza, tanti hanno la mascherina. Personalmente non la uso perché mi si appannano gli occhiali”.
Il problema però è serio. “All’inizio hanno fatto tamponi a raffica alla popolazione. Molti miei conoscenti sono risultati positivi, pur senza presentare sintomi, e ora sono in auto quarantena domiciliare. Da poco le autorità hanno deciso di fare tamponi solo ai sintomatici”. Il virus che arriva dalla Cina e ha fatto già 14 morti e più di 500 infetti in nord Italia non spaventa però Andrea: “Sono più preoccupato per mio nonno di 91 anni. Sono cresciuto senza papà e lui è una figura fondamentale per me. Viene a mangiare sempre da noi. Ogni giorno spero che nessuno l’abbia infettato perché per lui sarebbe dura sopravvivere”. Ad Andrea nessuno è venuto a fare il tampone, ma a sua mamma sì: "Ci hanno detto che se fosse stata positiva ci avrebbero chiamati, altrimenti no. Dopo due giorni è arrivata la chiamata da un numero sconosciuto al telefono di mia mamma. È sceso il gelo in casa. Per fortuna era solo una compagnia energetica".
Il calcio ai tempi del virus
Ciò che manca di più al giovane capitano è sicuramente allenarsi con i suoi compagni del Codogno, squadra che gioca nel girone B di Eccellenza: “Il preparatore atletico ci ha dato un programma da seguire. Ogni mattina quando mi sveglio vado a correre, cerco di tenermi in forma. Ma non è la stessa cosa. Avevo appena recuperato da uno stiramento che mi ha tenuto fuori un mese, non ho fatto in tempo a scendere in campo per dare una mano”. E tra compagni di squadra per stemperare la tensione ci si prende in giro regolarmente nel gruppo whatsapp, come racconta Andrea Migliavacca, capocannoniere del Codogno con 5 gol: “Abito a Seriate ma lavoro a Codogno, quindi ora sono a casa. Ma molti compagni abitano e lavorano fuori dalla zona rossa. La loro vita continua. E noi a casa ci scherziamo”.
La quarantena è arrivata nel momento sbagliato. Il Codogno si era ripreso dopo una serie di brutti risultati e veniva da due vittorie consecutive. Ora è a 3 punti dall’uscire dalla zona play out. Per coronavirus sicuramente dovrà saltare 2 partite, oltre a quella già rinviata di domenica scorsa. Nessuno sa se e quando verranno recuperate: “Il coronavirus è stata la ciliegina sulla torta – continua bomber Migliavacca – Il Codogno ha uno degli stadi più belli della Lombardia e non ci abbiamo potuto giocare per tutta la stagione a causa di lavori. Siamo stati il peggior attacco del campionato. Ora che le cose cominciavano a girare è arrivata la mazzata. Ma questa vicenda sta dimostrando quanto è unito questo gruppo e quanto ci vogliamo bene”. Alla ricerca della normalità. Senza isterismi né psicosi collettive.
Tutti fermi, ma con lo sguardo al futuro. "A luglio mi devo laureare", è quello che in chiusura racconta il capitano. Sarà una grande festa, attesa, ricercata. Un po' come quella voglia di tornare a giocare a pallone il prima possibile.