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Dalle Mura, storia e segreti del nuovo talento della Fiorentina

“Non si gioca, torniamo a casa”. Quando nella hall dell’albergo è stata comunicata la decisione della Lega, la Fiorentina non ha fatto i salti di gioia. Mica dietro l’angolo Udine, per non parlare dei costi della trasferta. Che seccatura saperlo appena sei ore prima della partita. Per tutti. Un po’ meno per Christian Dalle Mura, che ha appena compiuto 18 anni ed è al suo primo anno di Primavera. Da più di un mese, però, è sempre con i grandi e si gode ogni momento. Iachini lo aveva convocato pure per l’Udinese, ma questa volta niente viaggio in pullman verso lo stadio accanto al solito Dragowski. Christian l’ha preso anche al Fantacalcio, era il suo obiettivo per l’asta di riparazione. Bartłomiej gli ha promesso che parerà ogni rigore. E’ un personaggio un po’ particolare, a differenza di Duncan. Con lui Christian condivide la camera in ritiro. Ragazzo d’oro Alfred, padre di due figli. Insomma, niente scherzi. Può dormire tranquillo. 


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La prima convocazione contro la Juventus

Cosa che non è riuscito a fare lo scorso 1 febbraio. Non perché il giorno dopo sarebbe diventato maggiorenne, ma perché era appena arrivata la prima convocazione con la Fiorentina dei grandi. E non in una partita qualunque, ma contro la Juventus. Iachini è senza Milenkovic e Caceres, dietro ha gli uomini contati. Christian è con la Primavera e sta finendo la solita rifinitura del venerdì. Sabato c’è da giocare contro l’Inter, ma il Team Manager chiama l’allenatore: “La prima squadra ha bisogno di lui”. Christian non si cambia neanche: prende scarpe e borsone, poi corre dal Bozzi al centro sportivo. Nel mentre chiama di corsa il ristorante che aveva prenotato a Viareggio per la sera seguente. La festa per i 18 anni può aspettare. 

Fa due rifiniture nel giro di 30’. Gli scattano un paio di foto per la tv e gli danno la maglia numero 32, che babbo Marco – da sempre tifoso del Toro – fisserà poi in casa su una trave del tetto. A fine allenamento, tutti nello spogliatoio, dove su un monitor compaiono i nomi dei convocati. Fra i quali, ovviamente, c’è anche il suo. Qualche ora dopo è a Torino, seduto a cena accanto a Pezzella che gli dice di stare tranquillo. Fra i tavoli si aggira Commisso, che lo guarda negli occhi e gli garantisce che sarebbe andato tutto bene. Lo Stadium non è grande, ma gli sembra una gabbia. Un boato ad ogni contrasto. In campo c’è Ronaldo, fuori Chiellini. E’ ancora infortunato, Christian però non resiste alla tentazione e lo saluta negli spogliatoi. Lo adora perché è mancino come lui e per la grinta che ci mette. 


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Calciatore per caso

Strano il destino. La prima convocazione in Serie A contro la Juventus. I primi calci al pallone… allo Juventus Club, scuola calcio di Marcello Lippi. Si tratta di un centro sportivo di Viareggio dove c’è praticamente tutto. Pure l’hockey, anche se Christian è più alto degli altri bambini e vorrebbe giocare a basket. Quel giorno però manca il coach: “Perché non provi con il calcio?”, gli suggerisce mamma Neide. E’ brasiliana, ha una casa a San Miguel do Oeste, nello stato di Santa Catarina. A fine anni 90 si è trasferita a Milano per lavoro, ma in estate preferisce il mare di Viareggio. Un giorno entra in un bar tabacchi per ricaricare il cellulare. E’ lì che incontra Marco, è lì che comincia tutto. 


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Christian gioca per tre anni allo Juventus Club. Poi Lido di Camaiore. Lo nota Alberto Bernardeschi, padre di Federico. Fa l’osservatore della Fiorentina per la Toscana e la Liguria: “Vi aspettiamo a Firenze”, dice alla famiglia. Il provino dura due settimane, poi l’inizio di un’avventura che va avanti da nove anni. Inizia da centrocampista, ma la sua altezza lo farà arretrare in difesa. Spesso è l’unico mancino in squadra, per questo lo fanno giocare terzino sinistro. Il suo idolo? Pirlo, da sempre. Christian ha tecnica, gli piace impostare e andare oltre la giocata banale. Gli servirebbe un po’ più di ignoranza, ma sa che in questo Iachini lo potrà aiutare molto.

A Firenze di maestri ne ha avuti. In U16 con Mister Matteo Fazzini ha un rapporto speciale, che va oltre il campo. Parlano di tutto. Mister Cioffi, invece, lo prende da parte prima di ogni allenamento e per 15’ si dedica solo a lui, alle sue lacune difensive. La voglia di migliorare non manca. Christian, che nei momenti liberi suona la chitarra, fa sacrifici da una vita. Adesso frequenta il quinto anno del Liceo Scientifico. Il giorno dopo la convocazione allo Stadium avrebbe avuto il compito di fisica, ma compagni e professori volevano sentirsi raccontare le sue emozioni e quindi è saltato. I primi anni usciva da scuola e mangiava un panino al volo sul pulmino destinazione Firenze. Partiva alle 12:20 e tornava a casa oltre le 22. Non cenava con i suoi, che gli hanno sempre detto di resistere. Anche nel primo anno di Liceo, quando il calcio non andava poi così tanto bene e pensava di mollare tutto. Certe volte ci ripensa. Tira fuori il portafoglio e guarda una foto di famiglia che custodisce gelosamente. Se la porta sempre dietro, anche in Nazionale. La prima convocazione con l’U15 è un ricordo indelebile. Christian corre fuori da scuola per salire sul pulmino. Quel giorno lo accompagna il padre, che gli sembra diverso dal solito. Teme che abbia scovato un brutto voto a scuola, ma invece ha saputo prima la notizia ed è emozionato.


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Ci ripensa e sorride durante le sue passeggiate per Firenze. Sta studiando in vista dell’esame di Maturità e poi vorrebbe iscriversi a fisioterapia, anche se con la frequenza obbligatoria sarebbe un problema. Ora si gusta tutto di più. Prima di salire sul treno di ritorno a Santa Maria Novella, si concede spesso un’oretta per fare due passi in centro. Sogna di vincere qualcosa con la Fiorentina e di partecipare ad un Mondiale. Giovane, forte e italiano: il nuovo che avanza e che piace alla Fiorentina.