Sarri vince il derby contro il Fulham, Ranieri quello sugli spalti
Si dice che la storia si ripeta e che nel farlo aggiunga ogni volta dei particolari per completarsi. Applausi. Solo questi hanno accolto Claudio Ranieri a Stamford Bridge. Deja vu. Fu così anche due anni fa, quando i tifosi blues gli tributarono una guardia d’onore nell’ultima giornata di quel campionato vinto con il Leicester. Allora fu la conclusione di un percorso unico, oggi è solo l’inizio di un viaggio più complesso per l’allenatore romano. Riflesso del risultato di 2 a 0 che ha rispecchiato la differenza in classifica tra Chelsea e Fulham. Gli applausi però sono rimasti gli stessi da una parte e dall’altra.
Lo stesso è rimasto anche Claudio. Quello di Testaccio, di Viale Giotto. Da “sor”, ora per i tifosi inglesi è diventato “Sir”. Quello che arrivò a sfiorare la finale di Champions League con i blues e che si fermò un gradino sotto l’Arsenal degli invincibili. E proprio per questo fino a qualche anno fa non veniva considerato un vincente. Poi la storia, quella riscritta con il Leicester a cambiare tutto. Attimi e momenti impressi nella storia del Leicester, nella storia del calcio.
“Italians do it better” dicono da queste parti. Gli italiani lo sanno fare meglio il mestiere dell’allenatore. “Dilly Ding Dilly Dong”, per questo Ranieri è stato chiamato dal colorito presidente dei bianconeri Khan. Per la sua bravura anche, ma soprattutto per il modo di tirare fuori il meglio dai giocatori. Allenatore, motivatore e personaggio iconico. Ma il calcio non è scienza esatta, non è quindi riproducibile in laboratorio l’alchimia che in altri contesti ha funzionato.
Una nuova sfida alla Claudio Ranieri, quella di salvare un Fulham dalla Championship. Un miracolo di quelli che ha già fatto, come quando riuscì a portare il Cagliari in Serie A partendo dalla C.
La storia si ripete anche negli abbracci che aprono e chiudono la partita. Sentito e caloroso quello tra Ranieri e Zola. Ritrovatisi di fronte dopo essere stati dalla stessa parte a Cagliari e Napoli. Di rispetto e riconoscenza quelli invece tra i due allenatori. Da una parte Ranieri dall’altra Sarri. Ora si ritrovano alla pari, nel 1997 invece fu l’allenatore toscano allora sulla panchina dell’Antella, squadra della Serie D toscana, a chiedere a Claudio di assistere a qualche allenamento per scovarne i segreti. Qualche mese fa il contrario. Fu Claudio ad entrare a Cobham, il centro di allenamento del Chelsea, per guardare gli sviluppi della nuova creatura di Sarri. Ora di fronte nel derby ricco di Londra. Il West London Derby, quello di Kensington, dove vivono i reali inglesi. Oggi dal sapore più italiano.
La storia si ripete, come quando prese il Leicester, una squadra in difficoltà, senza la minima speranza di vittoria finale. Lo stesso si auspicano i tifosi del Fulham. Ma si sa, i miracoli sono tali perché unici e non imitabili. Così diversi dalla storia di Ranieri. Quella che si ripete. Quella che prevede un tributo ogni volta che l’allenatore testaccino è a Stamford Bridge. Ora è chiamato a riprodurre quello che ha già fatto. Un allenatore che ha trasformato l’impossibile, in semplicità.