Cairo, 12 anni da presidente: “Quante esperienze! Non ho mai voluto cedere Belotti. Europa League? Non poniamoci limiti”
Compleanno importante nel Torino, oggi. Esattamente 12 anni fa, Urbano Cairo diventava presidente della società, appena rinata dal fallimento. “Dodici anni sono lunghi” dice Cairo, “con tanti momenti positivi e tante emozioni: ad esempio, il mio primo anno di presidenza e la cavalcata lunghissima con la finale allo stadio Delle Alpi davanti a 60mila persone battendo il Mantova 3-1 ottenendo l’accesso in Serie A. Poi qualche anno difficile e dal 2011 abbiamo ripreso a crescere come società, squadra, rosa e vivaio stesso per poi conquistare l’accesso in Europa League, e vincere al San Mames. Tanti giocatori giovani che abbiamo dato e stiamo dando alla Nazionale e penso a stasera in particolare a Belotti e Immobile. Oggi mi sono voluto divertire rileggendo la mia agenda del 2005 dal 12 agosto quando incontrai Chiamparino al 2 di settembre quando potemmo annunciare l’acquisto. Rileggere quei 20 giorni mi ha molto emozionato. Sono state giornate incredibili che finivano regolarmente alle 4-5 del mattino. Una cosa incredibile e con un pubblico e un popolo granata che mi ha sostenuto fin da subito e incitato a prendere il Toro e questo mi ha dato molta forza. E oltre a loro, c’era mia mamma, che mi ha sempre dato un grande sostegno. Avevo anche un obiettivo silenzioso nella mia presidenza: far rinascere il Filadelfia, che è un punto bellissimo portato a segno, grazie anche all’aiuto e alla volontà del Comune, della Regione e dell’appoggio dei tifosi”.
Da allora, il Torino è cambiato tanto. Oggi mette a segno operazioni importanti, che, spera Cairo, possano dare “un valore aggiunto a una squadra già buona. A malincuore abbiamo dato via Benassi e Zappacosta. Per Davide è arrivata un’offerta irrinunciabile e per Marco invece è stata una questione di modulo e su quello che era più giusto per lui. L’offerta del Chelsea ci ha permesso però di essere più sereni per l’operazione Niang, che ci costerà un totale di 15 milioni ed è la più costosa anche rispetto a quella di Ljajic che era da 8 milioni. Ma alla fine è il campo che parla. Ieri mi ha chiamato il mister Mihajlovic per ringraziarmi della campagna acquisti effettuata”. Il vero colpo di mercato, conferma però Cairo a Radio Sportiva, è quello di essere riuscito a trattenere Belotti: “Io volevo tenerlo, e non ho mai avuto paura di perderlo. Visto che nessuno si è avvicinato alla clausola dei 100 milioni, sono rimasto tranquillo. Resta con noi per questo campionato e poi vedremo. Abbiamo tenuto lui e Ljajic, Iago Falque e Baselli, ma anche Barreca, Acquah anche se aveva tante offerte, e poi Obi. Avevamo un numero di richieste incredibile, ma abbiamo tenuto praticamente tutti con inserimenti importanti. Ora tocca al campo e tocca a noi dimostrare che possiamo ambire all’Europa. Non dobbiamo porci limiti. Mihajlovic ha detto in maniera schietta e franca pubblicamente che l’obiettivo nei 2 anni era andare in Europa League e credo sia stato un bell’atto di coraggio poterlo dire e poterlo esprimere. Nel calcio si tende a nascondersi, mentre Sinisa è molto schietto, io faccio tutti gli scongiuri del caso. Abbiamo una squadra rafforzata, i nuovi innesti avranno bisogno di tempo, ma siamo ottimisti”.
Valentino Della Casa