Cagliari, Klavan: “Mi ispiro a Maldini, la Serie A la mia prima scelta”
Una carriera tra Olanda e Germania, poi il passaggio al Liverpool nel 2016. Una crescita costante quella vissuta da Ragnar Klavan, esperto difensore classe ‘85 passato in estate al Cagliari. Nonostante altre offerte il difensore estone ha scelto la Serie A e il Cagliari, come affermato nella conferenza stampa di presentazione: “Durante l’estate ho ricevuto diverse proposte ma il Cagliari è stata la mia prima opzione. Il progetto societario mi ha subito convinto, è stato uno dei motivi principali per i quali sono qui. Ho parlato con compagni che hanno giocato in Serie A, tutti mi hanno riferito ottime cose sulla squadra e sull’ambiente. Ho avuto anche una breve conversazione con Darijo Srna, anche lui mi ha assicurato che qui sarei stato bene. Giocare in Serie A è sempre stato il mio sogno, sono cresciuto nel mito di Zinedine Zidane quando militava nel campionato italiano”.
Klavan è il primo calciatore estone ad approdare in Serie A: “Per me un onore essere portabandiera di un piccolo paese come il mio, spero che venga conosciuto meglio e apprezzato attraverso le mie prestazioni sportive. Arrivo da una squadra come il Liverpool abituata a lottare per vincere trofei, ma nella mia carriera ho avuto anche modo di conoscere l’altro lato della medaglia, ovvero di giocare per non retrocedere. Il Cagliari mi ricorda l’Augsburg, la squadra tedesca dove ho militato qualche anno fa: un club il cui obiettivo era salvarsi. Al termine della terza stagione siamo arrivati quinti, qualificandoci per l’Europa League. Questo per dire che nel calcio nulla è impossibile, se il gruppo è compatto e si gioca col giusto spirito”.
Marcatore attento ma anche bravo ad impostare, Klavan ha come modello un autentico mito del calcio italiano: “Sono un difensore che ama giocare la palla, credo che sia uno dei punti forti del mio repertorio, ma penso di essere valido anche in fase di marcatura. Uno dei miei modelli è stato Paolo Maldini: ho sempre ammirato la calma e la serenità con cui giocava il pallone, ho cercato di avere in campo il suo stesso atteggiamento”.