Brighton, è Premier League! La ‘vendetta’ di Hughton, un presidente ‘lucertola’ e il ritorno dell’M23
Seagulls. I gabbiani. Simbolo di una squadra che vola, davvero, in alto. Verso quella promozione che oggi hanno ottenuto grazie alla certezza aritmetica più bella, dopo il pareggio dell’Huddersfield. La Premier League ha chiamato, il Brighton ha risposto. Squadra della città dell’East Sussex, sul mare, tappa di tanti studenti da tutta Europa e anche realtà calcistica adesso promossa.
Grande merito di Chris Hughton, il manager, che sta per ottenere anche la sua personale ‘vendetta’ sul Newcastle. La squadra di Rafa Benitez infatti è seconda, a 7 punti dal Brighton. E le storie di Hughton e Newcastle non è la prima volta che si incrociano. Amore e odio e un pizzico di voglia di rivalsa forse per Hughton che nel 2010 è stato esonerato proprio dal Newcastle dopo aver portato la squadra (sì, anche loro) in Premier e quando era 11esimo in classifica. ‘Riconoscenza zero’, il pensiero di quell’addio così ingiustificato per molti. Madre irlandese, padre ganese. Faccia tranquilla ma “sono più ‘tosto’ di quanto non sembri”. Come a far capire con chi si ha a che fare adesso, nonostante le apparenze, perché “non riesci a sopravvivere facendo un lavoro come questo se non hai questa ‘durezza’, devi avere le spalle larghe. Ogni giorno devo prendere tante decisioni difficili, non ho mai problemi a dire a chiunque qualsiasi cosa. E non sono così gentile come sembra”. Autoritratto, a suon di dichiarazioni, di un working-class boy cresciuto nell’East End. E forse quel primo posto sopra al Newcastle, e ai fantasmi di un passato che l’ha reso più forte, ha un sapore speciale proprio per questo motivo. Anche se non lo dà a vedere.
Questione di sangue freddo. Come quello che da tempo ormai contraddistingue il numero uno del Brighton, Tony Bloom. ‘The Lizard’, la lucertola. Un soprannome per far capire il suo temperamento. Sangue freddo, appunto, come un rettile. Nato proprio a Brighton, nel 1970, e cresciuto con la passione per il gioco d’azzardo. Impermeabile alle emozioni come sul tavolo da poker, dove Bloom ha trascorso anni per poi investire in un sito di gioco online negli anni 2000 e costruirsi una fortuna che si aggira intorno al miliardo. Un genio (laureato in Matematica e con la materia ci sa fare, eccome) con la ‘poker face’, il sangue freddo e un portafoglio che ha l’ha portato a riqualificare le strutture del club (più un nuovo stadio) e a spendere dal 2009 una cifra inferiore ai 4,9 milioni sul mercato, al netto dei costi dei trasferimenti.
Promozione conquistata dunque, con tre giornate d’anticipo, e la prossima stagione per il Brighton potrà tornare l’M23 derby contro il Crystal Palace. Perché si chiama così? La M23 è un’autostrada che collega Londra alla costa sud e diventa la A23 che lega dunque il Crystal Palace al Brighton, 50 miglia verso sud, da Selhurst (South London, zona dove si trova lo stadio del Palace). Il primo derby risale al 1920, l’ultimo alla semifinale dei playoff di Championship nella stagione 2012/2013, quando poi fu promosso il Crystal Palace. Strade, incroci e un’unica destinazione. Adesso raggiunta grazie all’aritmetica certezza che la prossima stagione in Premier potrà giocarsi anche questo di derby. Perché i gabbiani hanno iniziato a volare, fino a posarsi sul traguardo della promozione.