Boninsegna ricorda Pelé: “Un leader. In campo in Messico 1970 sentivamo solo la sua voce”
In un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’ ricordi e aneddoti dell’ex attaccante dell’Italia
“In campo si sentiva solo la sua voce, quasi baritonale. Comandava il gioco e tutti lo ascoltavano anche se non era il capitano”. Roberto Boninsegna ricorda così Pelé sulla ‘Gazzetta dello Sport’. Un’intervista piena di aneddoti e retroscena inediti quella dell’ex attaccante dell’Italia, autore del momentaneo gol dell’1-1 nella finale con il Brasile nel Mondiale in Messico del 1970.
Boninsegna: “Pelé non si faceva intimidire dai difensori”
Proprio in merito a quella partita epica all’Estadio Azteca, Bonisegna ha raccontato: “Ricordo un episodio prima della partita: eravamo schierati e Burgnich lo guardava, lo guardava e lui gli disse più o meno: “Cos’hai da guardarmi? Mi devi picchiare?”. Non era certo uno che si faceva intimidire dai difensori. Era un leader”.
Boninsegna: “Pelé fu sorpreso dall’assenza in finale di Rivera e Zoff”
Pur senza controprova, Boninsegna non ha nascosto un pizzico di amarezza per le scelte di formazione di Valcareggi sottolineate dallo stesso Pelé: “In quella finale abbiamo regalato agli avversari Zoff e Rivera. Mi ricordò che Pelé disse di Rivera e Zoff: “Se non li fanno giocare, chissà che squadra hanno…”
Boninsegna: “Pelé aveva un’elasticità di gambe pazzesca”
Un leader che in campo dava spettacolo: “Della sua tecnica sapevamo tutto, era un giocatore completo, destro, sinistro, colpo di testa. Un’elasticità di gambe pazzesca. Pelé è sempre stato un uomo squadra, e interpretava il gioco con intelligenza”.
Bonisnegna: “Pelé meglio di Maradona”
Maradona e Pelé, un dualismo che h fatto la storia del calcio. Boninsegna non ha dubbio: “Io credo che non ci sia discussione. Pelé è stato unico, inarrivabile per tutti, anche per Diego. Hanno giocato in epoche diverse, è sempre difficile fare paragoni. Era e resterà O Rei”.