Bernardeschi, “pelle d’oca azzurra” per la prima convocazione. E in famiglia festeggiano: “Orgogliosi e felici”
“Montellino, vieni qui! Almeno mettiti le scarpe” gli urlava la signora Paola, più che una custode per l’Atletico Carrara dei Marmi. Federico, a 6 anni, tornava dal mare e volava in campo senza neppure togliersi le ciabatte. Calci, calci e calci a quel pallone senza sosta, l’aeroplanino poi decollava ad ogni gol. Ed erano tanti. Bernardeschi come Montella, a Carrara lo chiamavano così. Costume e maglia azzurra, una delle tante pescate dal magazzino di una società che era nata dalla fusione fra il Milan Carrara ed il Perticata. Ce n’erano di tutti i colori e lui, anche a sei anni, in campo ne faceva di ogni colore davvero. In positivo, eh. Caschetto biondo ed occhio “vispo”, talento di quelli che ti fanno vincere le partite anche nei Pulcini. Di strada ne ha fatta eccome quell’aeroplanino che ha sfiorato Empoli e poi è atterrato a Firenze. Dieci anni nelle giovanili viola, poi uno scalo a Crotone per lanciare il biglietto da visita a chi ancora non avesse avuto modo di conoscerlo. La Serie B da protagonista, al primo anno da professionista, è soltanto il trampolino di lancio. L’infortunio che lo ferma al primo anno in Serie A con la Fiorentina è solo un ostacolo di un viaggio che era ancora all’inizio.
Con Sousa Federico esplode, il portoghese valorizza tutto il suo talento unendolo ad uno spirito di sacrificio che difficilmente si trova alla sua età. Ecco perché, piano piano, i radar dell’Europa si sono fermati ad osservarlo. Al Franchi, quest’anno, sono passati tutti i grandi club per seguirlo: dal Barcellona al Real, dallo United al Bayern Monaco. E non solo: partita dopo partita, Bernardeschi è entrato anche nei dolci pensieri di Conte per l’Europeo. Se non c’era il CT al Franchi ad osservarlo, c’era il suo braccio destro Mauro Sandreani. Taccuino sempre in mano, gli appunti erano (quasi) sempre positivi. E così, presto, Firenze ha iniziato a spingere il suo gioiellino verso l’azzurro. #BernaEuropeo è diventato anche un hashtag, lanciato da una radio toscana e ribattuto in fretta da tanti tifosi. Fino a stasera, fino ad una chiamata che fino a pochi giorni fa era ancora in dubbio e che nelle ultime ore è diventata certezza. La strada verso l’Europeo non è finita, però avere l’occasione di dimostrare in questo ritiro di meritare la convocazione anche a giugno è enorme.
“La grande vittoria è di Federico, noi possiamo solo aiutare questi ragazzi che hanno talento a sviluppare un proprio equilibrio. Sono felice per lui”, aveva detto oggi Sousa in sala stampa anticipando una convocazione che poi, in serata, è diventata ufficiale. E che regalo per papà Alberto, nel giorno della festa che in Toscana sarà sempre del “Babbo”. La notizia l’hanno aspettata tutti insieme, “con i più cari amici e familiari” racconta a GianlucaDiMarzio.com la sorella di Berna, Gaia, che risponde con i festeggiamenti ancora in corso: “Una convocazione inaspettata che ci ha entusiasmato e riempito di gioia, siamo orgogliosi e felici per lui che così giovane è stato chiamato a rappresentare, anche soltanto per due amichevoli, la Nazionale italiana”. Federico è in ritiro con la Fiorentina, domani prima dell’azzurro c’è il Frosinone ad attenderlo. Ed in casa sua, quindi, si festeggia senza di lui. “Andrà all’Europeo” ci disse qualche mese fa Giorgio Benedini, il talent-scout dell’Atletico Carrara che scoprì e lanciò Bernardeschi verso il grande calcio. Federico giurava di sentire la pelle d’oca ogni volta che sui giornali o in tv si parlava di lui in Nazionale, di una convocazione di Conte. E’ arrivata: e saranno stati brividi. Brividi azzurri.