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Barcellona, Bartomeu: “Difenderemo la libertà, pretendiamo rispetto per la popolazione catalana”

Giornata storica quella vissuta ieri a Barcellona. Con il referendum sull’indipendenza la voglia di
giocare a calcio era poca. Era invece forte la volontà di manifestare il
proprio dissenso per quello che stava succedendo. Per questo il Barcellona ha
deciso di chiudere le porte del Camp Nou
e giocare la gara con il Las Palmas avvolto da un surreale silenzio. Un segnale
forte, così l’ha definito Bartomeu,
il presidente blaugrana nella conferenza speciale andata in scena nella
giornata di oggi: ”Condanniamo ogni
forma di repressione verso la libertà di espressione
. Abbiamo manifestato a
supporto di quelle persone, entità e istituzioni che lavorano per garantire la
libertà di potersi esprimere liberamente. Allo stesso modo ieri abbiamo
espresso il nostro rifiuto condannando severamente gli episodi di violenza che
si sono manifestati. Per questo abbiamo deciso di dare atto della nostra
indignazione con un gesto che potesse essere osservato in tutto il mondo.
Abbiamo discusso a lungo su cosa poter fare, alla fine abbiamo deciso di
giocare a porte chiuse. Siamo perfettamente consapevoli del fatto che molti
membri del comitato avrebbero preferito non giocare la partita, ma la Liga non
ce lo ha permesso. Quella di ieri è
stata la decisione più difficile da quando faccio il presidente
. Abbiamo
preso la decisione di giocare a porte chiuse, perché abbiamo pensato che l’immagine
di un Camp Nou completamente vuoto potesse dare un enorme segnale al mondo del
nostro dissenso per quello che sta accadendo in Catalogna. Quello che è successo ieri è inammissibile: chiediamo rispetto
per la popolazione catalana
. Nella nostra posizione di club con visibilità
a livello mondiale continueremo a dire al mondo quello che succede nel nostro
paese come facciamo da 118 anni”.