Audero e i suoi fratelli, direttamente dall’Accademia del Portiere. Roccati: “Vogliamo avvicinare i ragazzi a questo ruolo”
Dall’Indonesia a Torino, con la Juventus nel destino. Ma passando attraverso l’Accademia del Portiere: Emil Audero esordirà oggi in Serie A con la maglia bianconera e il pensiero andrà anche a quando ha mosso i primi passi da portiere nella scuola calcio per estremi difensori creata da tanti ex n.1. Tra loro anche Marco Roccati (ex portiere di Empoli, Perugia e Dundee), che è intervenuto su GianlucaDiMarzio.com: “Abbiamo avuto la fortuna di accoglierlo nella nostra scuola calcio e convincerlo a fare questo ruolo. Lui giocava in questa piccola società, il Cumiana. Aveva passione per la porta (anche se ‘nasce’ come esterno, ndr). Non appena abbiamo cominciato ad allenarlo ha subito acquisito consapevolezza, migliorava e cresceva e dopo un paio di anni lo abbiamo proposto alla Juventus”.
Dove ha avuto modo di allenarsi con il mostro sacro, Buffon: “Sì, anche se tecnicamente non somiglia tanto a Gigi. Emil è il prototipo del portiere moderno; è bravo con i piedi, ha personalità e questo è un grosso vantaggio. Adesso avrà bisogno e la necessità di misurarsi col campo, perché il campo è il giudice che darà le risposte che servono. Per questo oggi sarà un momento importante per lui, che ha avuto una grande crescita e potenzialmente può diventare un grande portiere. Strutturalmente, come dicevo, è diverso da Buffon. Ha grande classe e tecnica, un modo di parare lineare e pulito: forse in questo somiglia di più a Zenga“.
Audero però non è l’unico passato dall’Accademia e che ha esordito poi tra i professionisti: “Ne sono passati tanti di nomi che stanno nei professionisti, ultimo
Gianmarco Vannucchi, che quest’anno ha disputato un grande campionato. Ora gioca i playoff con
l’Alessandria: peccato, perché hanno sprecato la possibilità di andare su subito. Ma tanti che sono cresciuti da noi adesso sono già arrivati a buoni livelli. Siamo nati attorno al 2003-04, con due sedi:una a Torino e Bologna. Adesso le abbiamo messe insieme a Bologna. La nostra è una scuola di formazione per portieri. La filosofia che ci guida è far conoscere questo ruolo ai ragazzi, avvicinarli al ruolo del portiere e farli appassionare cercando di trasmettere la nostra passione.”
“Organizziamo queste avventure settimanali dove facciamo vivere una settimana da sogno a questi ragazzi facendogli vivere un’esperienza come fossero in un ritiro di una società professionistica, soprattutto andandosi a confrontare con professionisti di altissimo livello, ex portieri ed ex preparatori. Non avrebbero altrimenti questa possibilità. Sono momenti di crescita, in cui si sentono protagonisti e si vedono giudicati e valutati da grandi professionisti. A Salerno si terrà la prossima e saremo io, Ferron, Chimenti e Lupatelli“.
E chissà che non possa giovarne anche tutto il movimento dei portieri made in Italy: “Adesso si stanno facendo passi da gigante, cercando di lavorare sul territorio. Bisognerebbe convincere i preparatori ad avere una linea e una strategia, cosa che vent’anni fa non accadeva. Il livello oggi è più basso, non ci sono più i preparatori che scoprivano i talenti. Però la tendenza sta un po’ cambiando: oltre ai noti Donnarumma, Scuffet e Meret, ci sono anche Di Gennaro, Pinsoglio, Fiorillo. L’arrivo di questi stranieri li penalizza, bisognerebbe riuscire a trovare un modo per rivalutare il made in Italy e dare la possibilità ai portieri italiani di esprimersi nel nostro campionato. La materia prima c’è, andrebbe valorizzata.“
“Il dopo Buffon? In Italia c’è un predestinato che è Donnarumma, tutti si aspettano grandi cose da lui. L’ho visto che era un bambino ed era già talentuoso. Ora ha bisogno di continuità nei risultati e di una squadra forse un pochino più attenta, poi sarà davvero un portiere di grande livello”.