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“Anche il cugino di mia nonna giocava a Foggia”. A tutto Agazzi, tra la passione per l’Arsenal e quel De-ja-vu (40 anni dopo) in rossonero

Lallio è un comune di 4000 persone alle porte di Bergamo. Si scrive Lallio, appunto, ma si legge più o meno “Laaaaai”. E’ così, almeno, che si troverebbe sui manuali di dizione bergamasca. Ovviamente nessun legame sintattico con Foggia, qualcuno, anzi precisamente due, con il calcio. Almanacchi alla mano, infatti, sono due i calciatori di “Lai”, passati da Foggia: uno è Angelo Domenghini, campione d’Italia sia con l’Inter e con il Cagliari, l’altro è Davide Agazzi, ventitreenne e attuale centrocampista della squadra di Stroppa.

A&D, D&A, compaesani e non solo come racconta lo stesso Agazzi in esclusiva a Gianlucadimarzio.com: “Penso che molti conoscano Domenghini, visti i suoi trascorsi tra Inter, Cagliari e la Nazionale, ma penso che quasi nessuno sappia che è anche il cugino di mia nonna, quindi, siamo pure imparentati. Domenghini ha giocato in rossonero nell’anno 76/77, ed esattamente 40 anni dopo, a Foggia arriva Davide: “Non so se possiamo chiamarlo destino, ma qualche segno particolare sicuramente c’è”. Ci sono diversi segni, invece, delle qualità di Agazzi: basti guardare il settore giovanile in cui è cresciuto: l’Atalanta è bravissima con i giovani. Nell’anno in cui giocavo in primavera c’era gente come Conti, Grassi o Gagliardini che venivano aggregati alla nostra squadra, nonostante fossero più piccoli. Sapevo che Grassi avrebbe fatto strada perché si era capito che fosse forte. Gagliardini sta facendo molto bene , forse anche di più di quanto mi aspettassi e Conti è quello che conosco meglio. Ci ho giocato insieme pure a Lanciano, l’ho frequentato anche fuori dal campo, anche se ultimamente non li vedo spessissimo, li sento spesso su WhatsApp“.

Agazzi è arrivato al Foggia dall’Atalanta in prestito con diritto di riscatto e controriscatto in favore della società nerazzurra. E chissà che non si trovi a giocare l’Europa League, visto l’attuale quarto posto dei ragazzi di Gasperini: “Non ci avevo mai pensato (ride n.d.r) però la vedo dura che mi facciano fare un salto così importante, visto che ci sono altri ragazzi bravi sparsi per l’Italia e sotto osservazione”. Intanto dall’aeroporto di Orio al Serio, a due passi da casa sua, ci sono diversi collegamenti per Stansed, uno degli scali di Londra, città in cui gioca un’altra squadra, sempre quarta ma in Premier, e vero amore di Davide: “Ho sempre tifato Arsenal, li seguo sempre fin da piccolissimo e se le partite del Foggia non coincidono con quelle dei Gunners, non ne perdo una. Ho visto anche quella di lunedì con il Sutton”. Monday Night di Fa Cup che ha visto come protagonista un portiere semi-sconosciuto che mangiava un panino. E invece Davide…:“Amo la pizza, è il mio cibo preferito, che divoro tra una partita di Tennis e una di Nba. E’ il posto giusto per mangiare Foggia, ma soprattutto per giocare a pallone e sabato nella partita più importante della stagione è arrivato anche il primo gol in rossonero: “Un’emozione forte in uno stadio strepitoso in una città che vive per questo sport e vive per questa squadra”.

Una città che ne apprezza doti in campo e umiltà fuori: “All’inizio magari ho un pò faticato e patito l’infortunio. Era giusto che non giocassi perché c’era qualcuno che era più pronto di me, ma pian piano sono riuscito a convincere Stroppa e a ritagliarmi il mio spazio”. Chi non ha mai avuto grandi perplessità è stato Giuseppe Pancaro, che lo ha avuto al Catania e che lo ha sempre ritenuto un giocatore di categoria superiore: “Sapevo di questa sua stima nei miei confronti perché mi ha sempre fatto giocare e ammetto che fa molto piacere visto il suo eccezionale passato”. E in chiusura, dove si vede in futuro Agazzi? Ma poco prima della conferenza, gli ruba il microfono il suo compagno di reparto, Alberto Gerbo, che risponde così: “All’Arsenal…..”

Foto di Carla Bianco