Amburgo, è ora di rimettere le lancette e tornare a battere il tempo
Ad Amburgo si spera di tornare a battere un tempo che si è fermato al 2018.
12 maggio 2018. Amburgo-Borussia Monchengladbach. Il gigantesco orologio blu installato sulle tribune del Volksparkstadion di Amburgo segna: 54 anni, 261 giorni, 0 ore, 36 minuti e 2 secondi. Il periodo di permanenza della squadra locale nella massima serie tedesca. La partita finisce. L’orologio si ferma. L’Amburgo è in Zweite Bundesliga.
Il tempo ad Amburgo cessa di esistere. La magia della storica permanenza nella massima serie si rompe e la delusione lascia spazio solo alla rabbia. È l’inizio di un incubo. Quella che deve essere solo una stagione di passaggio nella seconda serie, diventa l’inizio del purgatorio. Sette anni di permanenza in Zweite a oggi, e chance di risalire in Bundesliga svanite nei modi più drammatici e incredibili.
Anche quest’anno l’Amburgo è lì a giocarsi la promozione. A sei giornate dal termine occupa il primo posto in classifica, a +2 sulla seconda e a +6 dalla terza posizione che significherebbe Relegationsspiel. Ora il rettilineo finale. Lo sforzo per l’ultimo pezzo di strada dove l’Amburgo è sempre inciampato negli ultimi anni, e dove invece quest’anno vuol regalarsi un finale differente.
“Per fare le cose, occorre tutto il tempo che occorre”, recitava un vecchio detto. Dopo numerosi tentativi, finalmente l’Amburgo potrebbe tornare tra i grandi. Mettendo fine a un incubo.
L’incubo Zweite
La retrocessione della stagione 2017/18 è solo l’epilogo di un lungo accanimento terapeutico. L’Amburgo, pressato da quel ticchettio ingombrante, alla fine ne è rimasto schiacciato fino a soccombere. Un’agonia rimandata troppe volte nelle ultime quattro stagioni nella massima serie. Due volte graziato agli spareggi contro Greuther Fürth e Karlsruhe che provenivano dalla Zweite, e un anno vittorioso all’88’ dell’ultima giornata ai danni del Wolfsburg.
L’impatto con la categoria è molto meno morbido di quanto ci si potesse aspettare. L’Amburgo non riesce a risalire subito arrivando quarto, a un solo punto dalla promozione diretta e dal Relegationsspiel. Ma questo è solo l’inizio di una storia al limite dello psicodramma, che neanche David Lynch avrebbe potuto immaginare. L’Amburgo da lì arriva tre volte quarto e due volte terzo perdendo poi lo spareggio promozione. Mancando la promozione e gli spareggi sempre per una manciata di punti.
Ma è nella stagione 2022/23 che si raggiunge l’apice di questa storia. Ultima giornata di campionato. La classifica prima del fischio d’inizio recita: Darmstadt 67, Heidenheim 64, Amburgo 63. Per i tifosi dell’Amburgo la sensazione è quella di una semplice passerella prima del Relegationsspiel. Infatti le speranze che i rivali dell’Heidenheim cadano sul campo dello Jahn Regensburg, praticamente retrocesso, sono poche. Il Sandhausen, già retrocesso, è un avversario comodo per l’Amburgo che passa in vantaggio dopo pochi minuti, con il primo tempo che scivola senza particolari pretese. Dall’altra parte invece l’Heidenheim non riesce a trovare il gol del vantaggio, e a fine primo tempo la classifica è la seguente: Darmstadt 67, Amburgo 66, Heidenheim 65.
Nelle menti dei tifosi dell’Amburgo si affaccia un pensiero intrusivo. Che diventa prima speranza e poi praticamente realtà. A inizio secondo tempo arriva il vantaggio dello Jahn Regensburg. Dopo solo cinque minuti, arriva anche il secondo gol. L’Amburgo è a mezz’ora dalla Bundesliga. Il clima si fa teso. I 300 chilometri che separano i due campi si annullano. Al 90esimo minuto con l’Heidenheim sotto 2 a 1, scatta la festa dei tifosi dell’Amburgo ormai certi della promozione. E se è vero che i tifosi tedeschi non sono scaramantici, sicuramente quelli dell’Amburgo lo saranno diventati. Mentre i tifosi sono in campo a festeggiare la promozione, l’Heidenheim segna prima al 93esimo il gol del pareggio, e al 99esimo il gol che vale la promozione. Che per l’Amburgo significa Relegationsspiel. Classifica finale: Heidenheim 67, Darmstadt 67, Amburgo 66.
La stagione della rivalsa
La voglia di rivalsa è tanta. Dopo anni di purgatorio, questa potrebbe essere finalmente la stagione della rinascita per l’Amburgo. L’HSV è una squadra storica del calcio tedesco, e rappresenta la seconda città più popolosa di Germania dopo Berlino. Vincitrice di una Champions League, oltre a 6 campionati tedeschi e 3 coppe di Germania.
La squadra dopo un inizio di stagione anonimo è completamente rinata sotto la guida di Polzin. Il giovane allenatore tedesco (34 anni per lui, non una novità da quelle parti) ha saputo dare alla squadra nuove consapevolezze e compattezza. Portando l’Amburgo dalla metà classifica alla zona promozione diretta. Frutto di un grande lavoro soprattutto nella fase difensiva, con una migliore gestione dei momenti di difficoltà delle partite. Aiutato poi dai 18 gol del capocannoniere del campionato, l’ex Lipsia Davie Selke. Ora davanti a loro sei finali. Il banco di prova più importante per cercare di scacciare i fantasmi del passato e riportare ad Amburgo il battito delle lancette a scandire il tempo. L’orologio dal 2019 ormai non c’è più, ufficialmente rimosso dall’ossatura dello stadio. Ma la voglia di riprendere a scandire il battito del tempo ad Amburgo non è mai cambiata da quel giorno di maggio del 2018.
A cura di Luca Jannone