All’oratorio sognando Del Piero, le regole del convitto e la psicologia. Ora Neglia punta la B con il Siena: “Vogliamo qualcosa di storico”
L’idolo è Del Piero, non a caso è da sempre tifoso della Juventus. Le caratteristiche e l’altezza, però, richiamano maggiormente un certo Insigne, al quale lo accumuna anche l’accento. Sì, perché Samuele Neglia non è un gigante, ma questo: “Non l’ho mai vissuto come un problema – ci racconta in esclusiva – semmai ha rappresentato un limite agli occhi degli altri. Io sono un tipo sicuro, consapevole della mia forza”. 1,64 cm di statura, la velocità e l’imprevedibilità nel sangue. Una passione, quella per il calcio, nata da ragazzino: “Quando giocavo sotto casa o all’oratorio per poi salire in casa con le ginocchia sbucciate”. Nato a Torino, con Salerno nel futuro: “Lì ho trovato la mia dimensione, la mia casa – racconta – ho le mie abitudine, gli amici e gli affetti. Non appena ho un giorno libero, non esito a preparare la valigia e a scendere”. Quasi contagioso il calore della gente. Impossibile rinunciare al cibo, al mare, al sole e, perché no, “Anche alle ragazze” Sorride. Ma non è stato tutto rosa e fiori da queste parti per Samuele. Perché lui a Salerno ci è finito per giocare a calcio, con tutte le limitazioni del caso: “Vivevo in un convitto, c’erano regole molto rigide da rispettare. Uscivo il sabato sera solo in estate, quando non c’erano partite”. Sveglia alle sette di mattina per andare a scuola. Poi via al campo, allenamento e ritorno in convitto, dove le luci si spegnevano presto. Sempre così, dai 14 ai 18 anni: “Ma è una scelta che rifarei subito. Stavamo benissimo insieme e mi sono formato come uomo. La lontananza da casa ti fa crescere”. Da lì è un’altalena continua fra C e D, con l’esplosione definitiva a Viterbo. Tre stagioni di gol e assist, tanto da diventare l’idolo dei tifosi e da meritarsi la chiamata di una grande piazza come Siena: “Ho avuto un po’ di offerte, gestite dal mio procuratore. Sinceramente sono contento perché tutti vorrebbero venire qui, per il passato di questa squadra. Spero di poter lasciare un’impronta come fatto a Viterbo”. I sogni da bambino erano diversi: “Giocare con Del Piero e con la maglia della Juventus, oppure segnare con la Nazionale”. Adesso, però, c’è una promozione da conquistare: “Fin dal primo giorno di ritiro siamo partiti con la conapevolezza di fare bene, con umiltà. Adesso c’è entusiasmo, lo stiamo gestendo sapendo che non possiamo distrarci. Vogliamo regalare alla città qualcosa che manca da molti anni”. Calcio ma non solo in Toscana, perché a Siena: “Si vive bene, è piccola e accogliente”. L’ambiente giusto anche per mettersi con la testa china sui libri e studiare: “Mi sono diplomato a Salerno, poi ho iniziato una facoltà a Napoli che però non mi piaceva e che ho lasciato dopo tre esami. Ora studio Psicologia all’Uninettuno di Roma. E’ un mio interesse, ho voglia di migliorarmi e di riprendere delle rivincite nella vita. Mi piace relazionarmi con le persone, capire le loro situazioni. La passione per le serie tv e per i film a fare da contorno e a rappresentare, come accade a qualunque studente che si rispetti, l’ostacolo principale alla sessione esami. Ma Samuele continua a correre dietro a quel pallone. Dall’oratorio al convitto di Salerno, passando per la D e la C. Prossima fermata la Serie B? Chissà…