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Alisson, nei suoi guantoni il futuro della Nazionale brasiliana. E adesso la Roma

Un futuro già scritto. Come un delfino di una nobile casata, l’avvenire di Alisson Becker è già noto. Chiamatelo predestinato, erede dei migliori o talento con la gloria all’orizzonte, ma questo portiere, classe ’92, ha saputo cucirsi addosso l’etichetta di grande già da adesso. Incoronato come tale da connazionali e dirigenti del club in cui militava (l’Internacional), sono tutti d’accordo sul fatto che “sarà uno dei più grandi portieri del Brasile”. Lo ribadì anche il direttore sportivo dell’Internacional, Jorge Macedo, che nel corso di un’intervista a Sky, durante l’ultimo Wyscout Forum del 2015, ammise a malincuore: “Se sarà possibile vederlo in Italia? Vorremmo trattenerlo, ma tutto è possibile”. Adesso è un giocatore della Roma, sbarcato questa mattina all’aeroporto di Fiumicino con un volo proveniente da San Paolo. La società giallorossa finalmente lo fa suo, questo ragazzone nato a Novo Hamburgo su cui aveva posato gli occhi da tempo.

La concorrenza è stata tanta (dalla Juventus alla Fiorentina, passando per diversi club stranieri) ma alla fine è la Roma che se l’è aggiudicato, solo ora e non prima in quanto extracomunitario. Un investimento importante, un affare da 7,5 milioni. È stata decisiva la volontà dello stesso Alisson che ha premuto per un trasferimento in Italia da questa estate, quando invece la Juve lo avrebbe lasciato un’altra stagione in Brasile. Una crescita esponenziale che lo ha lanciato verso il calcio europeo, verso la Serie A e lo ha confermato come il portiere del futuro della nazionale verdeoro. Una crescita di rendimento avvenuta di pari passo con un’esplosione fisica che l’ha portato ad essere da un ragazzo ‘carente’ fisicamente ad una sicurezza di un metro e 93, caratteristica che si integra perfettamente alle sue qualità tecniche. “Era molto piccolo rispetto agli altri portieri, ma era dotato di una grande tecnica. I report medici indicavano che sarebbe cresciuto molto e per sua fortuna è stato così. Ci sono stati momenti in cui aveva perso la speranza. Veniva a parlarmi dicendo che forse era meglio che dedicasse la sua vita agli studi”, ha dichiarato tempo fa Daniel Pavan, suo preparatore da quasi dieci anni. Piace in Brasile, tanto, e continua sulla sua strada senza pensare ai paragoni con altri giganti, suoi connazionali, nel suo ruolo da Dida a Julio Cesar passando per Muriel Becker, il fratello. “Abbiamo alcune caratteristiche molto simili come la velocità e il nostro tempismo nelle uscite – ha dichiarato Alisson su Muriel -. Ma, come tutti, ho il mio modo di giocare e ho molti esempi da cui prendere in spunto in squadra”.

Insomma, la strada è tracciata. Tra gli insegnamenti dei grandi esempi, il suo lavoro ed il talento naturale, per Alisson il futuro sembra essere davvero roseo. Anzi, una bella sfumatura tra il verdeoro e il giallorosso; un arcobaleno con la leggendaria pentola d’oro alla fine. Il Brasile se lo continuerà a godere in nazionale, la Roma ha trovato il suo portiere del futuro.