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Dal fantacalcio ai vasi rotti, fino all’esordio allo Stadium. Brignoli si racconta: “Che emozione la serie A”

Prima un guanto, poi anche l’altro. Il cuore pulsa forte nel petto, là fuori c’è la storia da scrivere, quella personale certo, ma pur sempre una storia. Gli scarpini sono già allacciati, sembra tutto in ordine, c’è da tenere però sotto controllo l’adrenalina, del resto non è da tutti esordire allo Juventus Stadium. Inizia così la serie A di Alberto Brignoli, nel giorno della festa scudetto dei bianconeri, al cospetto di una squadra maestosa che non ha nessuna voglia di andare in vacanza. Il frastuono nelle orecchie, l’emozione sulla pelle ma… la concentrazione negli occhi: non c’è una seconda possibilità, tutto va vissuto subito e, preferibilmente al massimo.

“E’ stata un’emozione fantastica esordire con la Sampdoria in serie A, la realizzazione di un percorso che dura ormai da sette anni” voce timida ma decisa quella di Alberto Brignoli, ragazzo cresciuto a pane e pallone, con il sogno della A in quel cassetto ormai svuotato. “Mi son tolto una soddisfazione e anche un peso, era un anno che non giocavo e non sapevo come affrontare la partita. Ammetto di aver avvertito anche un po’ di preoccupazione, però alla fine ho fatto quello che potevo e sono abbastanza contento”. Parla a cuore aperto Alberto Brignoli ai microfoni di Gianlucadimarzio.com, quasi desideroso di voler condividere l’emozione provata annusando l’inebriante odore dell’esordio in serie A: “non pensavo di giocare, ero in camera con Viviano, già la sera prima della partita avvertiva dolori. Poi in mattinata Montella mi ha comunicato che sarebbe toccato a me, dicendomi di stare tranquillo e di godermi il momento”.

Una passione, quella del portiere, nata fin da piccolo, ammirando le gesta del padre e accarezzando quelle maglie conservate come reliquie negli armadi di casa: “guardare le sue foto ha fatto nascere dentro di me la passione verso questo ruolo. Ma a casa i vasi li ho rotti comunque eh! Giocavo con qualsiasi cosa trovavo in giro, i miei genitori hanno dovuto svuotare la casa per evitare che li lasciassi senza mobili. Quando venivano amici a trovarci rimanevano sempre sorpresi nel vedere le stanze senza arredamento“.

Una piccola peste che, crescendo, ha raggiunto finora tutti i suoi obiettivi, grazie anche ai grandi giocatori incontrati sulla propria strada, Angelo Palombo su tutti: “Ciò che mi ha impressionato di lui è la serietà: dopo tanti anni da protagonista si è ritrovato un po’ in disparte, ma ha continuato ad allenarsi senza saltare un allenamento, ha avuto sempre una buona parola per tutti e questo veramente è straordinario”.

Il calcio il suo lavoro, la musica la sua passione, l’amicizia la sua… scaramanzia: “Ho un amico che si chiama Gianluca che gioca nella seconda categoria umbra, ci sentiamo telefonicamente da tre o quattro anni, prima di ogni partita, per farci l’in bocca al lupo a vicenda. L’ho sentito anche prima del derby contro il Genoa, dal momento che si giocavano l’accesso alla finale playoff. Ecco, chiamare Gianluca prima della partita è la mia unica scaramanzia. La mia passione fuori dal calcio, invece, è la musica, mi piace mettere i dischi e suonare, diciamo che sono molto appassionato. Il fantacalcio? L’ho fatto ma sono il classico giocatore che quando perde tre partite di fila la formazione non la fa più”.

Ragazzo semplice ma al tempo stesso straordinario, timido ma anche divertente, simpatico e maledettamente umile. Prima un guantone, poi l’altro, maglia numero 57 addosso e via verso la storia: Alberto Brignoli, questa volta, è diventato finalmente ‘grande’.