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Dalla Calabria alla Bundesliga: Domenico Tedesco, a 31 anni già fenomeno della panchina

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“Diligenza, perseveranza e umiltà”: su questi tre aspetti si fonda la sua idea di calcio. Tedesco esige “integrità e intelligenza” dai suoi giocatori e ama il calcio verticale ma equilibrato (mix di virtù: “atteggiamento da tedesco, lavoro difensivo da italiano”): in 50 partite da allenatore dello Stoccarda ha tenuto l’incredibile media di 2.06 punti per gara. Il salto di qualità, che gli ha permesso di guadagnare ancora più considerazione nell’ambiente, nel 2015, quando a chiamarlo è stato l’Hoffenheim. Un anno nell’U16, poi l’arduo compito di sostituire alla guida dell’U19 Julian Nagelsmann, passato a soli 29 anni in prima squadra. Test superato a pieni voti, tanto che i suoi numeri hanno attirato l’interesse anche di club professionistici: da lì a sette mesi sarebbe diventato Cheftrainer dell’Erzgebirge Aue: non un caso.

Nel mezzo, appena un anno fa, anche l’esame per il conseguimento del patentino da Fußball-Lehrer (necessario in Germania per allenare club pro), ottenuto proprio insieme e Nagelsmann. Con risultati, oltretutto, molto simili. Ad Aue la prima grande chance della sua carriera: i 10 punti – tre portati a casa sul campo dell’Union Berlino, terzo in classifica – conquistati nelle prime quattro partite sono state l’inizio del miracolo, concluso con la salvezza. Ora la grande occasione in Bundesliga per Domenico Tedesco, baby-fenomeno della panchina dal cuore italiano, che può già cominciare a sognare.