“Vaglielo a dire quando lo lasci fuori… chi ti porti?!”. Mandzukic, gladiatore bianconero. Il viaggio di Galliani e quel blitz di Marotta…
Se c’è un sentimento che Mario Mandzukic non ha mai provato, quello forse è la paura. Sacrificio al servizio della squadra, sempre. E poi gol, il marchio di fabbrica da una vita. Coraggio, sudore, gol: in 90 minuti, quelli contro l’Atalanta, tutto il Mario Mandzukic possibile. “Giocatore straordinario e uomo generoso” dice Allegri, “forse si è pure ricucito il taglio da solo” scherza qualcuno. “E vaglielo a dire tu quando starà fuori… chi ti porti per parlarci?”. “Posso fare anche il tridente”, la risposta di Allegri nel siparietto in diretta tv su Sky dopo la partita. Perché il gladiatore Mario visto ieri sera allo Stadium ha fatto di tutto: lotta, corre, difende, segna. E’ il Bignami dell’attaccante ideale per ogni allenatore. Chiedere a Simeone, che impazziva per questo guerriero croato così dedito al sudore e al lavoro. La squadra, prima di tutto. Il gol, una ragione di vita. Del resto, Mario vede il campo come “un’arena di gladiatori, perché si gioca solo per combattere e vincere” disse lui. E quindi… uomo giusto al posto giusto, in una Juventus che limite alle ambizioni non ne vuole mettere. Che vuoi che sia, poi, una partita di calcio quando hai visto la guerra. Nel ’92, il papà di Mandzukic trasferisce la famiglia in Germania. Perché? Per scappare dalla guerra in Bosnia, vicino a casa. La Croazia, però, gli è rimasta dentro. Nel modo di vivere e nello stile di gioco. Fisico da gladiatore, fiuto del gol da attaccante vero. Vita privata? Da uomo di casa, innamorato di Ivana e del cane Lene, spesso protagonisti dei suoi scarpini in campo. Dove tutto si trasforma, dove Mario si sente in battaglia. Rummenigge lo portò al Bayern, un ex interista innamorato dei suoi gol. Il nerazzurro in Italia non lo ha sfiorato, il rossonero sì. Eccome. Maggio 2015, il Milan di Galliani programma il suo futuro. Aspettando Ancelotti e prima degli assalti per Jackson Martinez, il nome sulla lista per l’attacco è lui: Mario Mandzukic. Ci sarà anche un incontro a Madrid, con l’Atletico. Si parlerà di lui e non solo. Non se ne fece nulla però, anche perché ad inizio giugno sarebbe arrivata la Juventus. La partenza di Tevez ormai certa, i bianconeri cercano un colpo per le loro ambizioni europee. La svolta su Mandzukic arriva in occasione della finale di Champions League a Berlino, da allora servono pochi giorni per regalare ad Allegri il nuovo attaccante. Serve, e basta, soprattutto un blitz di Marotta a Madrid. Andata e ritorno, tariffa europea per strappare il sì di Mario e dell’Atletico. Quindici più tre di bonus al club spagnolo per Mandzukic, che diventeranno alla fine 19 pagabili in 3 anni più 2 di bonus. A lui, quattro anni di contratto ad oltre 3 milioni di euro annui. Numeri da top player. Poi, l’estate dell’arrivo di Higuain sembra offuscarlo. Lui in silenzio, mai una polemica o una parola fuori luogo. Lavoro, sacrificio, sudore. E gol. Da una vita per Mandzukic conta solo questo. E adesso il gladiatore ha dimostrato alla Juventus che nell’arena possono starci anche due leoni. “O forse tre…”, svela Allegri. Dybala-Higuain-Mandzukic, perché no.