Jack Hinshelwood (IMAGO)
Dai giocatori alle squadre: le possibili sorprese della Premier League 2025-26.
“Game’s back” direbbero oltremanica. La Premier League riapre i battenti, con il Liverpool che sfida il Bournemouth nel venerdì di Ferragosto. Il bello del calcio inglese è che dietro l’angolo, spesso, si nascondono storie inattese: giovani che bruciano le tappe, club senza pretese che mettono in crisi i colossi, volti che da sconosciuti diventano icone.
Non parleremo di Haaland o Salah, né di Manchester City o Arsenal. Questa è la vetrina per chi, lontano dai riflettori, può trasformarsi nella vera rivelazione della stagione.
Dalle ali esplosive pronte a incantare i tifosi, ai difensori nati leader, fino a ragazzini che portano il peso della storia di famiglia sulle spalle. Ma non solo: ci sono squadre che, pur senza budget faraonici, hanno costruito un progetto capace di sovvertire le gerarchie.
La Premier League è alle porte: 5 giocatori e 3 squadre che possono scrivere pagine inaspettate della nuova stagione.
Il calcio estivo può far arrivare a conclusioni affrettate. Eppure, al minuto 3 dell’amichevole tra Liverpool e Athletic Club, un ragazzino in maglia 73 si prende la scena. Un paio di finte, destro e palla all’angolo. Due minuti dopo, lo stesso ragazzino inventa un pallone in profondità per Darwin Nunez: gol e assist in 5 minuti. Rio Ngumoha era un nome sconosciuto anche ai tifosi del Chelsea, dove ha giocato a livello giovanile. Il Liverpool lo ha strappato ai Blues, puntando sulla sua fame di minuti e, soprattutto, sul suo coraggio nell’1 contro 1. “Sono ancora giovane, ma, allo stesso tempo, voglio dimostrare all’allenatore cosa so fare” ha rivelato in un’intervista: il suo futuro è a tinte Reds, e se la pre-season ha fatto intravedere qualcosa, Ngumoha non ha intenzione di stare seduto in panchina.
Il Brighton è noto per lanciare giovani talenti nel calcio che conta. Lo sa bene il Brentford, che, il 6 dicembre 2023, vede lo stesso giocatore prima salvare un gol già fatto, poi andare a depositare in porta il gol del 2-1. Si tratta di Jack Hinshelwood, classe 2005 prodotto del vivaio dei Seagulls. È il quarto membro di una famiglia profondamente legata al calcio inglese: il bisnonno Wally giocò per Chelsea e Fulham, il nonno Paul e il prozio Martin vestirono la maglia del Crystal Palace, mentre il padre Adam ha collezionato oltre 100 presenze con i Seagulls. Nato a Chichester e cresciuto nell’accademia del Brighton fin da under-7, Hinshelwood ha fatto tutto il percorso giovanile del club, arrivando in prima squadra a 18 anni: se la scorsa stagione è stata quella che gli ha permesso di entrare nei radar, questa potrebbe essere quella dell’esplosione definitiva.
Tra le squadre più interessanti della nuova Premier League c’è il Sunderland, tornato nella massima serie e pronto a stupire. Così come l’ultimo acquisto, Chemsdine Talbi. Cresciuto calcisticamente nel Club Brugge, ha attirato l’attenzione fin da giovanissimo, diventando a 17 anni e 10 mesi il più giovane giocatore nella storia del club a esordire in una competizione europea. Nonostante abbia inizialmente rappresentato il Belgio, nel 2025 ha scelto di indossare la maglia del Marocco, un gesto sentito per onorare le proprie radici e ispirare le nuove generazioni di giovani di origine marocchina in Europa. Il suo percorso non è stato privo di ostacoli: nelle giovanili, il fisico minuto e una corporatura “un po’ paffuta”, come ricorda il suo ex allenatore Dwight Waeytens, destavano qualche dubbio. Tuttavia, proprio a 15 anni ha avuto la svolta, lavorando duramente sulla condizione atletica e sviluppando l’esplosività e la velocità che oggi lo rendono imprendibile.
Il Nottingham Forest si è distinto per colpi mirati, che hanno permesso ai Tricky Trees di tornare nella parte sinistra della classifica. Jair Cunha incarna perfettamente il concetto brasiliano di Xerifão – il “grande sceriffo” capace di imporsi fisicamente e mentalmente sugli avversari. Alto quasi due metri, appena ventenne, il giovane centrale non è solo potenza fisica: abbina sicurezza palla al piede, intelligenza tattica e spirito competitivo. Cresciuto a Orlândia, nello stato di San Paolo, si è distinto fin da bambino nell’atletica e inizialmente giocava da attaccante, prima di essere trasformato in difensore da Juary, ex calciatore e talent scout. Dopo un breve passaggio al Botafogo, si è messo in luce al Mondiale per Club, impressionando contro il PSG e segnando il suo primo gol da professionista: ora, il palcoscenico della Premier League per il salto definitivo.
A Leeds, il cognome Gray fa rivivere ricordi più e meno lontani nel tempo. La famiglia ha vissuto 5 membri in maglia White dal 1919 a oggi. L’ultimo è Harry Gray, fratello di Archie Gray, difensore del Tottenham passato da Leeds, che ha esordito a 16 anni contro lo Stoke City nella scorsa stagione in Championship. Il legame speciale tra la famiglia Gray e il Leeds ha avuto inizio 60 anni fa. Era il 1966 e l’allora 18enne Edwin Gray (meglio noto come Eddie) si trasferiva dalla Scozia alla città nel West Yorkshire. Con 532 presenze Eddie, il prozio di Harry, ha scritto pagine indelebili della storia del Leeds. Frank Gray, nonno di Archie e Harry, ha vestito la maglia degli Whites negli anni ’70.
Prima un solo trofeo in 120 anni di storia, poi due nel giro di 3 mesi. Il Crystal Palace sembra averci preso gusto: dopo la vittoria della FA Cup in finale contro il Manchester City, arriva anche il Community Shield, vinto ai rigori contro il Liverpool. I Glaziers sono tra le candidate a un posto in Europa, con gran parte del proprio organico mantenuto invariato, anche dal punto di vista delle entrate. Ci si affiderà ancora alla classe di Eberechi Eze e alla concretezza sotto porta di Jean-Philippe Mateta, per cercare l’assalto all’Europa che conta dopo la sentenza del CAS, che ha relegato il Palace alla Conference League: attenzione ai Glaziers, che hanno dimostrato di sapersela giocare contro tutto e tutti.
Il Sunderland torna finalmente in Premier League, coronando una stagione di rinascita sotto la guida di Regis Le Bris, il francese che ha riportato calma e fiducia dopo anni di difficoltà tra League One e Championship. Il gol di Dan Ballard contro il Coventry ha acceso la scintilla del sogno a Wembley, e i tifosi hanno rivissuto con emozione ogni attimo, pronti a sostenere la propria squadra nel ritorno in massima serie. Ora, con un mercato mirato e colpi faraonici già messi a segno, i Black Cats non vogliono limitarsi a sopravvivere: vogliono farsi sentire, far battere il cuore dei propri supporter e riaffermarsi tra le grandi del calcio inglese. Da Xhaka a Diarra, passando per Marc Guiu e Talbi: lo Stadium of Light si prepara a illuminarsi di nuovo di sogni e ambizioni.
Ma come, non si doveva parlare di sorprese? Da qualche anno a questa parte, il Chelsea non è più quella squadra che si era ormai stabilizzata nelle parti alte della classifica. Ora, però, sotto la guida di Enzo Maresca, il club è tornato a farsi sentire. Il primo lampo è stato la Conference League, ora è arrivata anche la vittoria del Mondiale per Club, schiantando il Paris Saint-Germain in finale. Il mercato ha sicuramente aiutato, con oltre un miliardo di euro spesi nelle scorse sessioni, ma la capacità di Maresca di dare una propria identità alla squadra ha portato i risultati sperati anche sul campo.
Se il primo anno ha visto dei miglioramenti notevoli, il secondo potrebbe essere quello della consacrazione per una squadra molto giovane. L’età media dei Blues schierati in campo nel 2024-25 è di 24 anni e 36 giorni, a dimostrazione del fatto che questo organico può soltanto crescere. Il Chelsea vuole dire la sua, e, forse, la qualificazione in Champions League non basterebbe ad accontentare la fame di titoli.
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