Mourinho: “Sono pagato per non creare problemi alla proprietà”
Le dichiarazioni di José Mourinho in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Udinese
José Mourinho ha presentato in conferenza stampa la sfida della Roma contro l’Udinese, in programma all’Olimpico per domenica 26 novembre alle ore 18:00.
Il match è valido per la tredicesima giornata, che comincia oggi alle 15:00 con la sfida tra Salernitana e Lazio.
Roma, Mourinho presenta la sfida all’Udinese in conferenza
L’allenatore giallorosso era già intervenuto nei giorni scorsi sui temi del match e relativi al suo futuro, intervistato da Tv7. In conferenza ha ribadito l’importanza della qualità nel “possesso palla collettivo” e la necessità di stare attenti sulle ripartenze dell’Udinese, che “ha gente molto molto veloce, che gioca a intensità alta. Se perdiamo palla in zona pericolosa siamo più aperti. Penso che la nostra squadra sia migliorata a questo livello, che abbiamo più la palla rispetto a prima. Pellegrini è sempre un giocatore importante per noi. L’Udinese ha tutto, era una sorpresa il suo rendimento a inizio campionato perché hanno questo tipo di potenzialità, sono forti anche da palla inattiva e nel tiro da fuori, per esempio con Samardzic e Walace“.
Poi Mourinho ha proseguito: “Io non guardo la classifica per definire la difficoltà di una partita, questa partita per me è molto difficile. Conosciamo l’Udinese come società, è gente che ha grandissima esperienza di calcio, per loro non è un problema perdere un giocatore come hanno fatto con Beto o Becao. Hanno preso Kabasele che viene da tanti anni di esperienza in Premier, hanno terzini di gamba, non hanno lasciato andar via Pereyra che gioca in tutte le posizioni e quindi per loro è più di un giocatore. L’Udinese è sempre l’Udinese, anche se le piace fare i suoi ‘soldini’ in estate“.
“Smalling non sa giocare soffrendo”
Una riflessione dedicata agli infortuni: “Il numero degli infortuni muscolari si concentra tanto su 2-3-4 giocatori al massimo, ce ne sono altri che non hanno perso nemmeno una partita per infortunio. E sono quelli con una storia clinica pulita, con infortuni occasionali, che capitano in una stagione: Bove, Rui Patricio, Mancini, ecc. Quelli che si infortunano spesso sono Smalling, Pellegrini, ogni tanto Dybala e Spinazzola. Noi lo sappiamo, i giocatori sono professionisti, fanno tutto anche nella vita privata per cercare di stare bene. Noi lavoriamo tanto insieme, quindici ore al giorno. E pensiamo che stiamo facendo un grande lavoro.
Riflessione dedicata poi a un giocatore nello specifico: “Smalling? L’infortunio c’è, ci sono anche persone normali come noi che hanno più capacità di sopportare il dolore, Chris non sa giocare soffrendo, si tira un pochettino indietro. Ma il suo infortunio è veramente difficile, e questa è una grande frustrazione per me, lui giocherebbe esattamente nella posizione in cui abbiamo più necessità. Ma serve pazienza, non posso massacrare me stesso né lui. Nell’ultima settimana non ha fatto neanche un giorno fuori dal dipartimento medico, non sa neanche se fa freddo o fa vento perchè non va fuori da tempo… Ma è la prima settimana in cui non ha dolore, la prossima settimana, da programmazione, dovrebbe andare in campo, non con me ma coi preparatori e chi si occupa del recupero atletico. Non me lo aspetto in partita nelle prossime due-tre settimane. Se me lo aspetto prima del 2024? Nì“.
“Parlato ancora con la proprietà, ma non di contratto”
Sull’empatia necessaria per guidare il gruppo: “Come in famiglia, se non c’è empatia come fai? I giocatori sono quelli più vicini all’allenatore, e loro i più vicini all’allenatore. La chiamo ‘empatia funzionale’. Con la proprietà la situazione è diversa, io sono qui e loro sono là. Io sono pagato per non creare problemi alla proprietà, loro si devono fidare del mio lavoro e devono avere il loro tempo per diversificare le attività“. Sui colloqui con i Friedkin: “L’ultima volta che ci ho parlato è ieri, lavoriamo. Ma anche ieri non abbiamo parlato di contratto“.
Mourinho parla poi del rapporto coi tifosi: “Io non mi stanco di parlarne, certamente non dobbiamo mettere limiti a quello che diamo a loro. Abbiamo avuto risultati negativi, qualche performance negativa, ma mai mancanze di professionalità o di rispetto per la gente. Quest’anno sta mancando un po’ il gusto di giocare fuori casa come una gang di banditi, godendo dell’antagonismo, come invece accadeva ad altre mie squadre in passato. Alcuni miei giocatori godevano più a giocare in trasferta che in casa, come me. Ho avuto squadre che dal pullman provocavano la gente fuori, cercavano tensione ed emozione; volevano che qualcuno tirasse nel pullman una bottiglia. Forse qui a qualcuno manca la casa, la mamma e il papà, la nonna che prepara i dolci (sorride, ndr)”.
“Renato Sanches? Non è infortunato, ma non lo convoco”
Sul gioco: “Contro la Lazio è mancato il cambio di velocità, anche se abbiamo messo più volte i piedi nell’area avversaria rispetto a loro, e forse abbiamo avuto lo stesso possesso palla se non superiore“. Su Renato Sanches: “Non è infortunato, ma in due settimane nelle quali Pellegrini ha lavorato per arrivare nella forma ottimale Renato ha interrotto questo processo con un piccolo problema, che lo ha fatto allenare con la squadra solo ieri. E lui avrebbe bisogno di continuità nel lavoro. Non sarà neanche convocato, se no pensereste che io sia scemo nel non farlo giocare… Lui sarebbe potenzialmente molto importante per noi“.
Infine sull’opportunità di inserire figure di mediazione tra società e squadra: “Io ho qualche qualità e tanti difetti. Non so se questa sia una qualità o un difetto, ma di solito la gente vicina a me sa tutto quello che penso io, perché non mi risparmio né le critiche nè gli elogi, nel lavoro sono un libro aperto“. Leggi anche – Roma, la probabile formazione contro l’Udinese