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Mazzocco e il Pordenone, Stranger things di Serie B: “Qui funziona tutto”

¡oɔɔozzɐW oʇnuǝʌuǝq. Nessun errore di battitura, girate la testa e leggete. Perché qui, ci trovate tutto il mondo Pordenone. La fabbrica social che, tra marketing e simpatia, in estate aveva deciso di ufficializzare l’ex centrocampista del Padova cavalcando l’onda della serie Netflix Stranger Things (giunta alla terza stagione in quelle stesse giornate). Ma soprattutto il paziente progetto dei Lovisa, partito dall’Eccellenza nel 2007 e oggi – lupus in fabula – capace di mandare sottosopra tutta la Serie B.

Neopromossa terribile, al momento promossa di nuovo. Stranger things, appunto: il sigillo nel 3-0 al Perugia che sabato ha fatto balzare i ragazzi di Tesser al secondo posto solitario, porta proprio la firma di Davide Mazzocco. “Il mio primo gol con la nuova maglia, con la squadra che sta andando forte: non potrei essere più contento”, si gode il momento il centrocampista in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com. “Durante la settimana lavoriamo bene e ci stiamo togliendo delle belle soddisfazioni. Anche a livello personale: io per caratteristiche tattiche cerco sempre di segnare su inserimento, arrivando da dietro. Ho sfruttato al meglio quell’occasione”, il classe '95 spiega il gol contro i ragazzi di Oddo. “Vincere 3-0 contro una squadra così importante non è da tutti: siamo tosti”.

Pordenone, segreti di semplicità

Ora se ne stanno accorgendo anche gli altri, dalle avversarie agli appassionati: cosa c’è dietro all’exploit dei neroverdi? “Per prima cosa mi ha colpito l’organizzazione del club, l’ultimo arrivato ricorda l’inizio dell’avventura. “Pordenone è una città piccola, però ti accoglie un ambiente che ti permette di lavorare al meglio: staff preparato, un centro sportivo dove non manca nulla. Presentazione Netflix inclusa: “Sì, anche sotto questo aspetto lavorano bene, cercando di comunicare le notizie con originalità, sorride Mazzocco. “È stato un modo simpatico per farmi sentire subito parte di una società molto compatta. E di un gruppo altrettanto coeso, che va d’accordo anche fuori dal campo”.

Dal blocco dei veterani (De Agostini, Stefani, Burrai) ai gol delle nuove, vecchie leve che stanno portando in alto la squadra di Tesser: i capocannonieri della squadra sono il triestino Tommaso Pobega (classe ’99 di proprietà del Milan, da segnarsi sul taccuino) e il 'ragazzo di casa' Luca Strizzolo, alla terza esperienza in neroverde. “Lo si vede alle partite: tutti remiamo nella stessa direzione per arrivare a un obiettivo comune”. Mazzocco preferisce volare basso: La salvezza. La classifica dice che stiamo andando forte, ma dobbiamo continuare a pensare partita per partita. Più punti facciamo e più tranquilli potremo vivere risultati come quello di sabato. Le gioie del campo che si portano al ristorante. “Certo, le cene di squadra sono una parte importante del nostro tempo. Sempre divertenti, si scherza e si ride tutti insieme: più di un episodio qui funziona la quotidianità.

Modello Schweini

Così, dopo una vita in biancoscudato (118 presenze nei soli campionati, 11 gol e due promozioni) la scommessa di cambiare aria a 24 anni è stata ripagata. Perché via da Padova? Sono stati cinque anni indimenticabili, però  era arrivato il momento di fare delle scelte diverse”. In estate il centrocampista firma un triennale con la Spal, che subito lo gira in prestito al Pordenone. “Naturalmente sto seguendo il cammino della squadra di Semplici in Serie A, ma il mio obiettivo adesso è cercare di lasciare il segno qui. Sono un combattivo, in campo mi piace dare tutto quello che ho e farlo capire anche a chi mi guarda”.

Sulle orme del proprio idolo calcistico. “A me ha sempre fatto impazzire Bastian Schweinsteiger, esclama Mazzocco. “Era fortissimo, grande anche nell’atteggiamento: mi ricorderò per sempre la finale dei mondiali, in cui si era 'sbregato' la faccia e aveva comunque continuato a giocare”. Dialettismo concesso, per raccontare lo scontro tra l’ex campione tedesco e Aguero: Davide è cresciuto a Quero, nelle prealpi bellunesi, e continua a essere molto legato alle sue radici. “Quando ho un paio di giorni liberi torno lì, per stare tranquillo in famiglia. Mi basta stare con i miei, non ho particolari hobby. Magari si pensa che io vada a fare gite in montagna: quello è mio fratello, io rimango tra amici e pallone”.

Ora anche sulle rive del Noncello. È arrivato alla rovescia in un tweet d'autore, solo alla fine della scalata neroverde, mettendo il suo nome nel giorno più bello. O forse, per il Pordenone e Mazzocco, quel giorno deve ancora arrivare.

Francesco Gottardi

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